Il re è nudo: dopo brexit lo vedono tutti

24/06/2016

L’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea non risolve nessun problema né per la Gran Bretagna, né per l’Unione Europea − li può probabilmente aggravare − ma obbliga tutti a riconoscere che l’Unione Europea non c’è. C’è un concetto e un’aspirazione comune, c’è l’unione doganale, ci sono complicate e costose procedure e cerimonie burocratiche che danno l’apparenza della legittimità e del potere, ma non c’è né legittimità né potere, non c’è vera capacità di affrontare e risolvere i problemi in quanto Unione.

C’è però un’eurozona reale, e questa è ora la questione più sensibile per noi. È soltanto all’interno dell’Eurozona che si gioca ora il futuro dell’Unione Europea e dell’Italia. La moneta comune è una realtà e ha una politica finanziaria comune reale, basata sulle decisioni operative della BCE e sul fiscal compact, che impegna gli stati a non incrementare il debito. Ma se alla politica finanziaria non si accompagnerà presto anche una politica economica armonizzata, basata su politiche sociali armonizzate, prima o poi le proteste sociali e politiche porteranno al disfarsi dell’Eurozona. Le manifestazioni e gli scioperi di questi giorni in Francia fanno presagire altri scossoni politici in un paese chiave non soltanto per l’Unione Europea, ma anche per l’Eurozona. La decisione chiave spetta ai Tedeschi: sono pronti a rinunciare all’austerità, a lanciare e finanziare politiche di sviluppo degli stati periferici indebitati? Sono pronti a farsi leader d’Europa? Vogliono essere il motore e il cuore di un’Europa che sia potenza globale, o vogliono essere soltanto Tedeschi?

I tempi stringono. Le decisioni non possono essere rimandate molto più a lungo: la crisi economica e la crisi dell’immigrazione esigono risposte dalle istituzioni, oppure la risposta la darà la piazza. Se così avverrà, sarà un male, ma un male minore. Il male maggiore sarebbe quello che potremmo vedere qualche anno più tardi, se qualche potenza invadesse o attaccasse territori europei. Per ora il rischio non c’è, ma fra dieci anni sulle coste del Mediterraneo potrebbe essersi formata una coalizione di potenze a noi ostili. Quali saranno i nostri alleati? 

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