Liberamente tratto da un articolo di Robert Kaplan per Strategic Forecasting.
L’India è un paese paradossale: ha una delle flotte più avanzate del mondo, invia satelliti nello spazio, ha un grande arsenale nucleare, ma è anche un paese sporco, inquinato, caotico, privo delle infrastrutture fondamentali e soggetto a costanti e prolungati black-out.
La geografia ci offre una spiegazione soltanto parziale. L’India include una delle regioni più ricche e produttive di tutta la regione eurasiatica – la pianura del Gange – e forse per questo i suoi abitanti non hanno mai avuto necessità di costruire strutture politiche forti per controllare rigidamente le risorse disponibili – come gli abitanti di Cina ed Europa.
Ma la geografia non basta a spiegare la civiltà indiana: nel nuovo millennio l’India ha sfornato una quantità straordinaria di scrittori, giornalisti e artisti di livello globale, dal romanziere Amitav Ghosh, al giornalista e critico Pankaj Mishra, all’economista Amartya Sen e al geostratega C. Raja Mohan.
Gli intellettuali hanno grande importanza per ottenere prestigio internazionale, sono un faro che illumina e influenza gli eventi internazionali. Pensiamo ad esempio a che influenza ha acquisito il piccolo Qatar con la rete televisiva Al Jazeera.
L’India si affaccia sull’Oceano Indiano, fra il mar Arabico e la baia del Bengala, dove transita la maggior parte degli idrocarburi provenienti dal Medio Oriente e diretti ai paesi del Sudest Asiatico e dell’Estremo Oriente. L’India è il punto di incontro fra la geopolitica del Medio Oriente in senso lato e la geopolitica dell’Estremo Oriente.
Ma l’India non è solo mare: la parte settentrionale del paese a partire dal Medioevo è stata fortemente influenzata da lingua, cultura e tradizioni provenienti dal Medio Oriente, in particolar modo dall’Iran – ed ha trasmesso questi influssi verso est, tant’è che la lingua persiana ha raggiunto anche il Bangladesh. Ora che la tecnologia riduce ulteriormente le distanze l’India assume un ruolo di connessione ancora più importante.
L’India è in competizione con la Cina per il controllo del Mar Cinese Meridionale, del Bangladesh, del Myanmar, dello Sri Lanka nonché delle isole dell’Oceano Indiano vicine all’Africa orientale. Senza contare l’appoggio che offre al sultanato dell’Oman, per proteggerlo dai vicini. Ora che anche il Myanmar si apre al mondo la competizione sulle rotte commerciali della regione aumenterà ancora. Le scelte politiche dell’India possono influenzare la geopolitica asiatica del XXI secolo.
L’attuale alleanza fra India e USA non è così scontata. Washington sa di non poter contare sull’appoggio incondizionato di Nuova Delhi. Durante la Guerra Fredda fece parte dei paesi non allineati, e l’influenza del socialismo di Nehru – nonché il senso di indipendenza dell’èlite – si fanno ancora sentire.
L’ascesa dell’India rappresenta comunque un’opportunità positiva per gli USA, perché pone un freno all’espansionismo cinese. Nuova Delhi non può permettersi di sfidare apertamente Pechino, deve mantenere toni cordiali. Potrebbe persino avvicinarsi alla Cina in caso di crisi fra Pechino e Washington, per ragioni di buon vicinato. Ma Nuova Delhi sente la Cina anche come un pericolo, perciò ha un interesse di fondo all’alleanza con gli USA, così come gli USA hanno interesse all’alleanza con l’India.
Nuova Delhi potrebbe anche svolgere un ruolo importante in Medio Oriente: ha grande interesse al petrolio iraniano, di cui ha bisogno, ed esercita un certo fascino su tutte le popolazioni mediorientali. I paesi del medio oriente sono aperti alla cultura indiana, dai film di Bollywood alle produzioni degli intellettuali di Nuova Delhi e Calcutta. La cultura indiana nel tempo potrebbe rimpiazzare la cultura turca come cultura egemone, soprattutto in Iran.
Man mano che i regimi autoritari eurasiatici si indeboliscono, l’influenza della cultura indiana nella regione aumenta, e rende interessante osservare il ruolo dell’India nei prossimi anni.
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