Lo Zimbabwe, piccolo paese di circa 16 milioni di persone nell'Africa meridionale, detiene alcune delle maggiori risorse minerarie del continente, ma non è riuscito a costruire una fiorente industria mineraria. Il nuovo presidente Emerson Mnangagwa ha introdotto una nuova legislazione nella speranza di portare le entrate minerarie da 4 a 12 miliardi di dollari nel 2023. A luglio 2022 il governo ha annunciato aumenti ai tassi di royalty sui produttori di platino e introdotto royalties per i minatori di litio. A dicembre ha vietato ogni esportazione di litio senza esplicito permesso statale, nel tentativo di reprimere il contrabbando. Le restrizioni sulle esportazioni di litio non si applicano alle società che stanno costruendo impianti di lavorazione del litio nel Paese, tra cui i giganti minerari cinesi Zhejiang Huayou Cobalt, Sinomine Resource Group e Chengxin Lithium Group, che hanno investito 678 milioni di dollari in miniere di litio in Zimbabwe. La miniera di Bikita, 308 chilometri a sud della capitale Harare, contiene circa 10,8 milioni di tonnellate di minerale di litio. La miniera di litio Arcadia in costruzione a circa 38 km a est di Harare raggiungerà una produzione annua di 2,5 milioni di tonnellate di minerale.
Il paese possiede anche il terzo giacimento di platino più grande al mondo e grandi giacimenti di oro, cromo, carbone e diamanti. Ma lo Zimbabwe esporta legalmente solo una frazione delle sue vaste ricchezze minerarie a causa di corruzione e pessima gestione interna.
È la corruzione dei politici e la collusione fra politica e affari ai fini di arricchimento personale che determina come e quando vengono applicate le leggi e i regolamenti e favorisce la creazione di bande armate per controllare le miniere, talora d’accordo con i leader delle organizzazioni sindacali dei minatori.
Il Mines and Minerals Act del 1961 impone a tutti i produttori di oro dello Zimbabwe di vendere soltanto alla Reserve Bank of Zimbabwe, tramite il suo acquirente di oro Fidelity Printers and Refiners (FPR) Ma FPR paga prezzi inferiori a quelli di mercato ed è sempre in grandissimo ritardo nel pagare i produttori, a meno che non intervenga il sollecito di qualche politico di spicco. Perciò ogni anno circa 1,5 miliardi di dollari di oro lasciano lo Zimbabwe di contrabbando, finendo per lo più a Dubai.
La corruzione non è soltanto ad alto livello: i membri della polizia, dell'esercito e delle società di sicurezza private esigono tangenti per l'ingresso nei siti minerari o l'accesso alle abitazioni vicine. Poliziotti, magistrati, pubblici ministeri, impiegati e messi del tribunale accettano o sollecitano tangenti per non applicare leggi e regolamenti. Nel 2020 il ministero delle Miniere del paese è stato coinvolto in uno scandalo di "doppia assegnazione": i funzionari hanno concesso una seconda richiesta a un lotto già assegnato, in cambio di tangenti.
Lo Zimbabwe è in default dal 2000 poiché l'iperinflazione, il debito estero insostenibile, il mercato nero delle valute e dei beni di prima necessità impediscono lo sviluppo dell’economia. Circa il 75% della popolazione vive con meno di 5,50 dollari al giorno.
I vostri commenti
Per questo articolo non sono presenti commenti.
Lascia un commento
Vuoi partecipare attivamente alla crescita del sito commentando gli articoli e interagendo con gli utenti e con gli autori?
Non devi fare altro che accedere e lasciare il tuo segno.
Ti aspettiamo!
Accedi
Non sei ancora registrato?
Registrati