7 gennaio 2009
Da quando il presidente nigeriano Umaru Yaradua si è recato a Gedda, in Arabia Saudita, per cure mediche, è aumentata la tensione in Nigeria. I rivali di Yaradua gli hanno infatti chiesto di rassegnare le dimissioni o di cedere temporaneamente il posto al vicepresidente Goodluck Jonathan, ma i suoi sostenitori non sono disposti ad accettare la proposta.
Negli ultimi dieci anni di fatto la Nigeria è stata governata da un unico partito, il Partito Democratico Popolare (PDP), che controlla 28 delle 36 province del paese (
vedi mappa a lato).
All’interno del partito però esiste un delicato equilibrio che corre lungo linee etniche e geografiche.
Gli attuali confini nigeriani furono delineati dagli inglesi nel 1914.
Il paese è diviso in sei regioni amministrative raggruppate in due grandi zone: il nord a maggioranza musulmana e il sud prevalentemente cristiano. Nel paese
vi sono poi diverse etnie: Yoruba, Igbo e Ijaw a sud, Hausa e Fulani a nord. Sin dal momento della svolta democratica nel 1999
nel PDP vige un accordo non scritto che prevede la rotazione del potere fra le varie regioni – e fra le varie etnie –
che mira a mantenere l’unità del paese e ad evitare che le regioni meridionali ricche di petrolio si separino dall’entroterra. In base a questo accordo la presidenza della Nigeria ruota fra nord e sud ogni otto anni. Nel 2007 Yaradua, originario del nord, è stato eletto alla guida del paese succedendo Olusegun Obasanjo, membro della tribù Yoruba.
Yaradua però è malato da lungo tempo e viaggia sovente all’estero alla ricerca di nuove cure.
Il vicepresidente Goodluck Jonathan, un Ijaw proveniente dalla regione del delta del Niger, vuole quindi approfittare dell’assenza del presidente e mettere le mani sull’esecutivo. I sostenitori di Yaradua non intendono cedere il potere a Jonathan perché temono di non riuscire più a riprenderselo in caso di morte del presidente .
Cedendo il potere agli Ijaw, il nord perderebbe anche il controllo sugli introiti del petrolio del delta del Niger.
Anche il
Movimento per l’Emancipazione del Delta del Niger (gruppo ribelle Ijaw), che intrattiene legami con Jonathan sin da quando era governatore del Bayelsa (
vedi mappa a lato), potrebbe decidere di intervenire nella disputa a suo favore in occasione delle elezioni del 2011.
Le regioni settentrionali del paese - che controllano tuttora la maggioranza dell’esercito nigeriano – difficilmente si faranno portar via il potere senza combattere, perciò è prevedibile che Jonathan non tirerà troppo la corda.
A cura di Davide Meinero
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