P2P e l’economia del futuro

25/08/2016

P2P sta per peer-to-peer, così come B2B sta per business-to-business nel linguaggio conciso della comunicazione digitale. Indica collettivamente tutte le iniziative online in cui i privati si rivolgono direttamente ad altri privati per condividere servizi e costi. L’iniziativa più nota è forse Uber, che negli USA è talmente diffusa da aver determinato la perdita del 28% degli incassi dei tassisti in cinque anni. Recentemente il ramo cinese di Uber è stato acquistato per 35 miliardi di dollari(!) dalla rivale Didi Chuxing, che così ha acquisito una tecnologia più avanzata e ha eliminato un grande concorrente. 

I settori in cui si stanno sviluppando piattaforme digitali P2P sono molteplici, come si vede negli esempi inseriti nelle tabelle a fianco e sotto. Gli esempi sono presi dal mercato anglosassone, il più sviluppato, ma in rete si trovano molte altre piattaforme sviluppate e usate in altri paesi. Siamo appena agli inizi del processo di trasformazione dell’economia dei servizi, è probabile che ne vedremo il picco fra 10 o 20 anni.

 

Siamo agli inizi del processo di trasformazione dell’economia dei servizi, è probabile che ne vedremo il picco fra 10 o 20 anni. Man mano che si sviluppano i servizi P2P il potere politico e la burocrazia cercano di controllarli e tassarli.

Man mano che si sviluppano i servizi P2P, però, il potere politico e la burocrazia cercano di controllarli e tassarli. In alcune città americane Uber e la concorrente Lyft si sono ritirate di fronte alla richiesta delle amministrazioni locali di assumersi la responsabilità di controllare professionalità e precedenti penali di chi si propone come autista, come fanno le società di tassisti. Ma imporre ai servizi P2P di diventare uguali ai servizi tradizionali non ha senso: si tratta di servizi diversi, in cui acquirenti e offerenti sono alla pari. Chi non vuole correre il rischio di un passaggio sull’auto di qualcuno che non è conosciuto né autorizzato da nessuna autorità, continuerà a usare i taxi tradizionali. Un servizio non esclude l’altro, ma offre una scelta alternativa. Ovviamente le autorità non apprezzano che questi nuovi servizi sfuggano al controllo e al fisco e si alleano con i fornitori di servizi tradizionali per ostacolarne lo sviluppo.

 

Il settore in cui i servizi P2P online potrebbero avere rapido successo e cambiare più rapidamente il modello economico è quello della finanza e del creditoIl Governatore della Banca Centrale del Sudafrica ha dichiarato che la Banca intende utilizzare la tecnologia digitale blockchain per gestire il mercato finanziario. La Bank of Tokyo, Mitsubishi UFJ e Hitachi stanno sperimentando l’uso della tecnologia blockchain per gestire i conti correnti e gli assegni. Blockchain è un sistema aperto, ma dovrà essere modificato per essere più protetto prima di poter essere correntemente usato per la finanza e le assicurazioni. Già è in funzione in questo settore la piattaforma Ethereum, ma si tratta ancora di un esperimento.

In rapida crescita sono anche i servizi di crowdfunding, cioè la raccolta fondi da parte dell’imprenditore, che si rivolge direttamente online a tutti i potenziali piccoli investitori e organizza le transazioni online senza usare intermediari finanziari, quindi con costi molto inferiori a quelli dell’offerta di obbligazioni o azioni in Borsa e anche a quelli di un mutuo bancario.

Un esempio delle conseguenze che possono avere le piattaforme P2P sull’industria esistente lo vediamo nel campo della musica e dei film, dove fin dal 1999 si sono sviluppate piattaforme di file-sharing, ostacolate costantemente da chi le vuole regolamentare per ricavarne profitti e tasse. Oggi metà della musica e dei film si scaricano o si fruiscono in streaming, i diritti d’autore si sono ridotti, gli utili delle società che producono e vendono musica e film sono diminuiti del 50% in dieci anni. Ognuno però può produrre e mettere in rete a basso costo i propri video, la propria musica, i propri scritti. Non c’è mai stata tanta musica e tanta cinematografia e tanta informazione al mondo, e non costa quasi niente. Si avverte però la necessità di servizi di selezione in base alla qualità o al tipo di contenuto, aumenta perciò la richiesta di servizi online che offrano al consumatore finale prodotti già valutati e classificati in base a criteri chiari. Un esempio noto a tutti è Mymovies.

Le nuove tecnologie si sviluppano molto rapidamente in tutti i settori nei paesi tecnologicamente arretrati, in cui riempiono un vuoto e soddisfano una grande domanda, mentre nei paesi più avanzati si scontrano con gli interessi e le abitudini di chi è legato alle vecchie tecnologie. In Cina si sono costruite in breve tempo centinaia di migliaia di chilometri di ferrovie ad alta velocità, con grande soddisfazione della popolazione − noi invece abbiamo i no-TAV. In tutti i paesi dove vent’anni fa mancavano o scarseggiavano le linee telefoniche fisse oggi tutti hanno costantemente in mano i cellulari − da noi è poco educato usarlo per conversazioni in pubblico ed è da cafoni interrompere una conversazione de visu per usare il cellulare. Probabilmente sarà proprio in Cina, India e Sudafrica che l’economia digitale, soprattutto quella P2P, manifesterà prima il suo potenziale di impatto sui settori economici che ne sono stati sino a oggi poco toccati. 

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