Il ‘piccolo’ Paraguay è un paese di cui raramente si parla e che riserva molte sorprese. Ha una superficie ben maggiore di quella dell’Italia, dunque tanto piccolo non è, ma ha soltanto 6 milioni e mezzo di abitanti, che parlano ancora la loro lingua originale, il guaranì, a cinque secoli dalla conquista spagnola! La capitale Asunción, fondata nel 1537 dagli Spagnoli, mantiene anche oggi una bella architettura d’epoca coloniale. Resosi indipendente nel 1811, si militarizzò e si ammodernò velocemente, ma combatté terribili guerre contro i vicini per il possesso di regioni di frontiera. La più devastante fu la guerra iniziata nel 1864 dal dittatore paraguaiano Francisco Solano López contro il Brasile. Accorsero in aiuto del Brasile anche l’Argentina e l’Uruguay (la Triplice Alleanza). Alla fine della guerra, nel 1869, il 90% dei maschi adulti del Paraguay erano stati uccisi e Asunción era stata devastata dai Brasiliani. Dopo un lungo periodo di instabilità nel 1954 prese il potere Alfredo Stroessner, dittatore militare che resse il paese per 35 anni con pugno di ferro. Seguì un altro colpo di stato militare e un altro periodo di instabilità, finché nel 1993 si tennero le prime elezioni libere e si ebbe il primo governo eletto. Entrato a far parte del Mercosur, cioè dell’accordo di libero mercato con Brasile, Argentina e Uruguay, il Paraguay ha adottato politiche liberiste per attrarre investimenti dall’estero.
La sua economia cresce ininterrottamente da quasi 20 anni, benché il paese non abbia accesso al mare, e non ha rallentato neppure negli ultimi anni, che hanno visto entrare in crisi i paesi vicini. Nella capitale gli abitanti parlano correntemente non soltanto lo spagnolo, seconda lingua ufficiale del paese, ma anche il portoghese, perché hanno fitti rapporti di lavoro con Brasiliani, che hanno aperto banche, catene di negozi e fabbriche ad Asunción, approfittando delle favorevoli condizioni fiscali e del basso costo della mano d’opera. Il paese ha ancora grandi sacche di povertà e presenta notevoli ineguaglianze sociali − ma sta diventando uno dei paesi più stabili e più ottimisti del momento. Asunción è diventata una metropoli di 2,3 milioni di abitanti, le elezioni sono libere, le manifestazioni politiche e sindacali, che non mancano, sono pacifiche. Auguri al ‘piccolo’ paese che – a quanto pare − ce l’ha fatta a trovare stabilità e sviluppo!
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