Le grandi innovazioni tecnologiche cambiano le possibilità e capacità di produzione, di trasporto, di difesa.
È come se cambiasse la geografia, perché quello che prima era irraggiungibile diventa raggiungibile: si pensi alla scoperta dell’America grazie alla costruzione di navi capaci di attraversare gli oceani.
Grazie a nuove tecnologie diventa possibile quello che prima pareva impossibile. L’uso del vomere di acciaio raddoppiò la resa dei terreni agricoli nell’XI secolo, permettendo a una parte della popolazione di lasciare la campagna e dedicarsi all’artigianato e al commercio, anche con popoli lontani. Fu l’inizio di un nuovo periodo storico.
L’invenzione del motore, prima a vapore poi a scoppio, rese possibile l’utilizzo dell’energia fossile, dando origine a un’esplosione di produttività.
Ma occorrevano tante materie prime e occorrevano grandi trasporti da un continente all’altro. Per avere accesso alle risorse necessarie all’industria e per distribuire i prodotti nel mondo si svilupparono gli imperi coloniali.
Il motore cambiò l’economia e le politiche del mondo, l’aspetto del mondo, la vita dei popoli del mondo. Il motore permise di aumentare di dodici volte in tre secoli la popolazione del mondo.
Grazie a nuove tecnologie, risorse di poco valore possono diventare preziose, mentre risorse precedentemente preziose diventano obsolete. Chi voleva il petrolio 200 anni fa? Chi voleva il coltan 50 anni fa? Chi è pronto a muover guerra per il colore porpora, così prezioso 2000 anni fa?
La tecnologia dei trasporti può persino spostare il centro del mondo. Aree che furono al centro degli scambi del mondo per millenni, come il Mediterraneo, sono diventate aree periferiche dal XVI secolo.
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