A partire dagli scontri del 2020 tra militari cinesi e indiani nella valle di Galwan, nel Ladakh conteso fra India e Cina, la Cina ha fortemente potenziato la propria presenza militare lungo la Linea di controllo effettivo (LAC). Ora schiera circa 20.000-25.000 soldati nelle regioni di Ngari e Shigatse, affiancati da unità di artiglieria, difesa aerea e logistica. La Cina potrebbe schierare altri 50.000 soldati nel giro di pochi giorni grazie a infrastrutture stradali e aeree ben sviluppate.
Il 23 e 24 aprile 2025 India e Pakistan hanno annunciato una serie di misure radicali per ridurre i legami bilaterali, dopo un attacco terroristico nel Kashmir amministrato dall'India, in cui sono morti 26 civili e ne sono stati feriti altri 17.
Il governo indiano ha deciso la sospensione di un importante trattato che regola la condivisione delle acque del fiume Indo tra i due Paesi. Ha inoltre dichiarato persone non gradite i consiglieri militari del Pakistan a Nuova Delhi e ne ha ordinato la partenza e ha annunciato la riduzione del proprio personale diplomatico a Islamabad da 55 a 30 unità. L’india ha inoltre annunciato la chiusura del valico di frontiera di Attari-Wagah (l'unico valico terrestre operativo con il Pakistan) e il blocco del rilascio di visti speciali ai cittadini pakistani. Ha poi ordinato ai cittadini pakistani di lasciare l'India entro il 27 aprile.
Dopo la fine della Guerra fredda la Turchia ha iniziato ad adottare la tradizionale politica delle piccole e medie potenze geograficamente collocate ai margini dei principali blocchi di interesse politico-militare-economico. Si tratta di paesi che non possono quasi mai permettersi di schierarsi in toto con l’uno o con l’altro grande blocco, perché non hanno sufficienti garanzie né dall’uno né dall’altro. Giocano perciò il loro sostegno su tutti i tavoli, condizionandolo a concessioni, aiuti e contratti, e badano a mantenere aperta l’interlocuzione con tutti.
A più di due anni dall’introduzione delle sanzioni, l’Europa continua ad acquistare quantità importanti di gas russo. Nel 2024 il volume delle forniture russe ha già raggiunto i 14,6 miliardi di metri cubi a giugno. Nel solo mese di maggio l’Unione Europea ha aumentato gli acquisti di gas dalla Russia del 39.
L’Europa ha bisogno di energia e la Russia ha bisogno di entrate, perciò nei decenni scorsi è stata costruita una rete di gasdotti che le ha rese partner quasi inseparabili. Dopo l’invasione dell’Ucraina l’Occidente non poteva permettere al Cremlino di continuare a ricevere denaro da usare per scopi militari, quindi il settore energetico è stato il primo a essere colpito.
Lo scorso aprile abbiamo accompagnato a Cipro un gruppo di studenti del Liceo Monti di Chieri e dell’ITC Sommeiller di Torino. Perché proprio questi studenti e perché a Cipro?
Gli studenti avevano partecipato a un bando di concorso su ‘Israele startup nation’ e al termine di un seminario hanno presentato dei bei progetti sull’argomento dato. Con un po’ di crowdfunding, un po’ di contributi delle scuole e un po’ di contributi nostri avremmo dovuto portarli tutti in Israele lo scorso novembre, ma la guerra ce lo ha impedito. Abbiamo atteso qualche mese, nella speranza che la guerra fosse di breve durata, poi abbiamo scelto di portarli a Cipro, perché Cipro appartiene alla stessa regione e presenta molte analogie sia con la storia sia con il territorio di Israele.