La politica estera dell'amministrazione Trump si basa sul presupposto che alleati e partner assumano la guida della sicurezza nelle proprie regioni. In Medio Oriente questa responsabilità ricade principalmente su Turchia e Arabia Saudita, le due principali potenze sunnite, ma di etnia e lingua diverse. I due stati sembrano al momento allineati, ma sono in concorrenza per l’egemonia regionale. La loro capacità di collaborare dipende non solo dalle relazioni bilaterali, ma anche da quelle con Israele e Iran. Il principale teatro di collaborazione-competizione oggi è la Siria, che è diventata il centro di gravità regionale dopo la caduta del regime di Assad a dicembre 2024. Anche l’'Iran, benché espulso dal Levante, non abbandona la sua politica di espansione egemonica e rimane trincerato al confine orientale della Siria, in Iraq. Nel frattempo Israele ha istituito una zona cuscinetto militare oltre le alture del Golan, al confine con la Siria.
L’attacco aereo dell’India al Pakistan dello scorso 7 maggio, in rappresaglia dell’attacco terroristico in Kashmir di due settimane prima, ha costituito il primo test importante per i sistemi aerei di fabbricazione cinese, usati con competenza dai Pakistani.
Dei conflitti in corso in Africa i nostri media parlano poco, ma a fine 2024 avevano causato ben 45 milioni di “sfollati”, cioè di persone che debbono abbandonare case e averi, lavoro, scuola e inserimento nella vita della società. La maggior parte sono sfollati interni, che vengono internazionalmente definiti “Internally Displaced Persons” o IDP’s. Milioni di persone hanno attraversato i confini come “refugees” (rifugiati e/o richiedenti asilo), ma gli sfollati interni (IDP’s) a seguito di guerre civili vivono condizioni peggiori, perché privi di assistenza dall’estero e di protezione dalle diverse milizie in guerra fra loro.
A partire dagli scontri del 2020 tra militari cinesi e indiani nella valle di Galwan, nel Ladakh conteso fra India e Cina, la Cina ha fortemente potenziato la propria presenza militare lungo la Linea di controllo effettivo (LAC). Ora schiera circa 20.000-25.000 soldati nelle regioni di Ngari e Shigatse, affiancati da unità di artiglieria, difesa aerea e logistica. La Cina potrebbe schierare altri 50.000 soldati nel giro di pochi giorni grazie a infrastrutture stradali e aeree ben sviluppate.
Il 23 e 24 aprile 2025 India e Pakistan hanno annunciato una serie di misure radicali per ridurre i legami bilaterali, dopo un attacco terroristico nel Kashmir amministrato dall'India, in cui sono morti 26 civili e ne sono stati feriti altri 17.
Il governo indiano ha deciso la sospensione di un importante trattato che regola la condivisione delle acque del fiume Indo tra i due Paesi. Ha inoltre dichiarato persone non gradite i consiglieri militari del Pakistan a Nuova Delhi e ne ha ordinato la partenza e ha annunciato la riduzione del proprio personale diplomatico a Islamabad da 55 a 30 unità. L’india ha inoltre annunciato la chiusura del valico di frontiera di Attari-Wagah (l'unico valico terrestre operativo con il Pakistan) e il blocco del rilascio di visti speciali ai cittadini pakistani. Ha poi ordinato ai cittadini pakistani di lasciare l'India entro il 27 aprile.