Afghanistan-Pakistan

17/02/2014

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Le sorti dell’Afghanistan e quelle delle regioni di frontiera del Pakistan sono strettamente intrecciate: il confine fra i due paesi è poco pattugliato, i clan delle regioni montagnose autonome di frontiera si muovono da secoli attraverso il confine come in un unico paese. Larghe parti dell’Afghanistan sono abitate dall’etnia pashtun, così come le zone a ovest del Pakistan. Insomma, il confine fra i due paesi è formale: in pratica le popolazioni della regione lo ignorano.

La storia di entrambi i paesi è stata lungamente legata alla storia dell’Iran e dell’Asia Centrale, perché Iran, Afghanistan e Pakistan, e in particolar modo il loro sistema di montagne, costituiscono la cerniera geografica fra il nord e il sud dell’Asia, oltre che fra il Medio Oriente e il resto dell’Asia. Si pensi che l’impero Mogul fiorì nella valle del Gange e in Pakistan, sotto una dinastia di etnia turca dell’odierno Uzbekistan, che era stata islamizzata dal mongolo Gengis Khan e usava come lingua letteraria e di corte il farsi, cioè la lingua dei Persiani. Il farsi è ancora oggi parlato dalle élite di tutto l’Afghanistan, che disprezzano i Pashtun per l’arretratezza della loro cultura tribale.

L’influenza dell’impero britannico in epoca moderna aveva creato un corridoio preferenziale fra l’India e il Medio Oriente lungo le coste, a scapito dei rapporti con l’Asia Centrale, che era invece sotto controllo russo. Ma l’attuale apertura dell’Iran ai commerci internazionali e la nuova indipendenza e ricchezza energetica dell’Asia Centrale stanno rimettendo in moto le dinamiche geostoriche tradizionali.