L’importanza del porto iraniano di Chabahar per l’India

16/05/2024

Chiunque tenti di fare affari con l’Iran corre il rischio di sanzioni statunitensi. Questa è stata la risposta del Dipartimento di Stato americano alla notizia del 14 maggio che la Indian Ports Global Limited (IPGL) ha firmato un accordo decennale con l’Organizzazione portuale e marittima dell’Iran per gestire il terminal Shahid-Beheshti nel porto iraniano di Chabahar.

L’accordo, firmato dal ministro indiano dei trasporti e da quello iraniano dello sviluppo urbano, vedrà Nuova Delhi investire 120 milioni di dollari nelle infrastrutture del porto e aprire una linea di credito di 250 milioni di dollari a Teheran.

L’India ha grandi progetti per l’Eurasia, sempre ostacolati dalle enormi distanze e dalla presenza delle montagne più alte del mondo. Stringere relazioni geoeconomiche con l’Iran permette all’India di sfuggire al suo confinamento geografico nell’Asia meridionale. Ma sull’accordo incombe oggi l’imperativo degli Stati Uniti di contenere la Repubblica Islamica. Washington non ha concesso a Nuova Delhi deroghe, ma se anche gli Stati Uniti e l’India trovassero un accordo sul porto, questo non basterebbe a garantire i trasporti dall’India verso l’Asia centrale.

L’interesse dell’India per Chabahar risale al 2016, quando Nuova Delhi iniziò a costruirvi attracchi e terminal merci. Dopo l’accordo nucleare del 2015 gli Stati Uniti avevano allentato le sanzioni contro il regime iraniano. Dal tardo 2018 in poi IPGL ha movimentato oltre 90.000 container e 8,4 milioni di tonnellate di merci sfuse a Chabahar. Ma alla fine del 2018 l’amministrazione Trump ha annullato l’accordo sul nucleare e ha reintrodotto le sanzioni contro l’Iran, concedendo al governo indiano una deroga limitata per continuare a operare i terminali di Chabahar al fine di contribuire alla ricostruzione e allo sviluppo dell'Afghanistan. La posizione di Washington su Chabahar è cambiata dopo il ritiro militare dall’Afghanistan nell’agosto 2021. Il ritorno al potere dei talebani in Afghanistan ha allarmato molto anche l’India, che tuttavia si sta riavvicinando con cautela a Kabul. L’India ha preso atto anche dell’emergere dell’Iran come uno dei principali attori regionali durante la guerra di Gaza. Da quando il gruppo Houthi ha iniziato ad attaccare le navi commerciali sul Mar Rosso e nei suoi dintorni, la marina indiana ha fornito servizi di sicurezza alle navi in transito nel bacino nordoccidentale dell’Oceano Indiano.

L’India ha necessità di ampliare i rapporti economici con l’Asia centrale e il più ampio continente eurasiatico, ma è geograficamente bloccata dai suoi tradizionali rivali: Pakistan e Cina. La partnership con Teheran offre una via alternativa. Il porto in acque profonde di Chabahar dista soltanto 500 miglia nautiche dal porto indiano più vicino, ed è la potenziale alternativa al porto pakistano di Gwadar, che i cinesi hanno sviluppato come parte del corridoio economico Cina-Pakistan. Il tracollo economico del Pakistan e l’instabilità dell’Afghanistan governato dai talebani hanno però fortemente limitato l’ambizioso progetto cinese.

L’India ha problemi simili con l’Iran. Chabahar si trova nella provincia iraniana del Sistan e Baluchestan, dove è in corso l’insurrezione della minoranza etnica beluci, religiosamente sunnita. A inizio aprile le forze di sicurezza iraniane hanno avuto uno scontro a fuoco di 17 ore con i ribelli proprio a Chabahar e nella vicina città di Rask. L’Iran potrebbe inoltre avere una transizione politica burrascosa quando finirà il regno di 35 anni dell’Ayatollah Ali Khamenei e verrà scelto un nuovo leader supremo.

Per poter fungere efficacemente da corridoio per il commercio indiano con l’Asia centrale e il Caucaso meridionale, l’Iran dovrebbe anche aggiornare seriamente le sue infrastrutture, il che richiederebbe investimenti di molti miliardi di dollari. L’India ha un’ampia esperienza derivante dallo sviluppo e dal funzionamento dei propri porti, che può trasferire allo sviluppo di Chabahar, ma non ha le risorse finanziarie necessarie per sviluppare le infrastrutture alle spalle del porto e attraverso tutto l’Iran, né sarà possibile raccogliere miliardi di dollari di finanziamenti internazionali finché l’Iran sarà sotto sanzioni da parte degli USA.

Attraverso Chabahar gli indiani vorrebbero sincronizzarsi con il corridoio internazionale di trasporto nord-sud (INSTC), che Iran e Russia stanno costruendo per fornire a Mosca l’accesso all’Oceano Indiano. Ma anche la Russia è sotto sanzioni, l’area del Caucaso è irrequieta e instabile, le questioni transfrontaliere tra Azerbaigian e Iran e lo stato di guerra continua fra Armenia e Azerbaigian bloccano i progetti nell’intera regione. E sebbene la rotta più breve tra l’oceano e l’Asia centrale passi attraverso l’Iran, il paese successivo da attraversare è il Turkmenistan, il paese meno sviluppato della regione.

L’accordo tra Iran e India pare soltanto l’inizio di un processo lungo, arduo e incerto per sviluppare un progetto utilissimo, ma che oggi presenta enormi rischi politici.

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