Le conseguenze dell’eventuale sconfitta ucraina

03/01/2024

Nella conferenza stampa di fine anno Putin ha affermato che la guerra finirà soltanto quando Kiev accetterà “nuove realtà territoriali”, ovvero le annessioni della Russia. Ha anche ribadito che Odessa, la più grande città ucraina sul Mar Nero, è una città russa.

L’economia russa è tornata a crescere nel 2023. L’inflazione rimane elevata, ma i consumi interni reali rimangono stabili. Le difficoltà economiche a lungo termine della Russia rimangono, ma non riducono la sua capacità di continuare a finanziare lo sforzo bellico per altri due o tre anni.

Le probabilità che l’Ucraina ripristini il pieno controllo sulle regioni di Kherson e Zaporižžja diminuiscono col passare del tempo. Le forze russe sono sempre più trincerate nelle loro posizioni, l’esercito russo è molto più grande di quello ucraino e dispone di molte industrie belliche, di più droni e altri sistemi di attacco e difesa.

L’eventuale annessione definitiva da parte della Russia delle regioni di Kherson e Zaporižžja neutralizzerà l’Ucraina e probabilmente impedirà la sua adesione all’Unione Europea e alla NATO negli anni a venire, con il conseguente spopolamento dell’Ucraina. Senza le regioni di Kherson e Zaporižžja l'Ucraina perde il controllo del fiume Dnepr, che costituisce il nucleo geografico dell’Ucraina e storicamente è servito come spina dorsale economica e ideologica dello stato. Il Dnepr è il corridoio di trasporto cruciale per tutte le esportazioni ed importazioni ucraine. Inoltre la distruzione della diga di Kakhovka nel giugno 2023 ostacola l'uso del fiume per l'irrigazione, abbassando i rendimenti agricoli in Ucraina nei decenni futuri.

L’occupazione russa sarà probabilmente uno dei fattori che impediranno all’Ucraina di aderire davvero all’Unione Europea o alla NATO, poiché i Paesi membri di queste organizzazioni probabilmente cercheranno chiarezza sui confini dell’Ucraina prima di approvarne l’adesione. L’Ucraina rimarrà una zona grigia strategica, il che spingerà più Ucraini a fuggire all’estero, dissuadendo quelli che se ne sono già andati dal tornare a casa. Oltre 6,3 milioni di persone sono fuggite dall’Ucraina da quando la Russia ha lanciato la sua invasione nel febbraio 2022, di cui circa 4,8 milioni in paesi europei; altri 3,7 milioni sono sfollati internamente. Quasi un quarto dei circa 40 milioni di abitanti dell’Ucraina prebellica è sfollato a causa della guerra in corso; molti difficilmente torneranno.

Il successo in Ucraina spingerebbe i Russi a ridimensionare la loro valutazione della potenza militare della NATO e la sua determinazione a difendersi. La Russia vedrebbe aumentata la sua potenza economica, la sua industria bellica e la proiezione della sua forza nella regione del Mar Nero e del Caucaso. In Europa la Russia probabilmente minaccerebbe sempre più la Polonia, la Finlandia e gli Stati baltici. In Asia tornerebbe a far la voce grossa con Kazakistan, Georgia e Azerbaigian, costringendoli ad accettare una più profonda integrazione politica ed economica con Mosca, come ai tempi dell’Impero zarista e dell’Unione Sovietica.

Le spese militari della Russia sono aumentate vertiginosamente negli ultimi anni. Il bilancio della difesa russa per il 2024 è superiore del 70% rispetto al bilancio del 2023, più del doppio del bilancio per la difesa del 2022, che era già tre volte superiore a quello del 2021.

L’occupazione riuscita di ampie porzioni dell’Ucraina da parte della Russia intensificherebbe la polarizzazione politica in Occidente. In Europa si avrebbe un ulteriore rafforzamento dei partiti di estrema destra. Aumenterebbe l’instabilità dell‘ordine globale e la probabilità di attacchi e guerre anche fra stati, non soltanto tramite organizzazioni terroristiche terze.

L’elenco dei paesi che dipendono a vari livelli dagli impegni di sicurezza degli Stati Uniti è lungo; tra i principali alleati non NATO di Washington che sarebbero molto allarmati dall’abbandono dell’Ucraina alla Russia figurano la Corea del Sud, il Giappone, Taiwan e l’Arabia Saudita. Anche paesi come gli Emirati Arabi e il Vietnam sarebbero meno propensi ad appoggiarsi all’Occidente, cercherebbero legami più stretti con Cina e Russia. Potrebbe essere la fine della sicurezza dell’Occidente e la fine della democrazia nel mondo.

 

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