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Dal 1514 in poi i Curdi furono non soltanto soggetti all’Impero Ottomano, ma anche loro alleati nelle guerre di conquista di altri territori. Perciò il vicino Impero Persiano (dinastia Safavide) nel XVI secolo deportò parte dei suoi Curdi verso est, per evitare che si ribellassero per unirsi agli altri Curdi in territorio ottomano.
La distribuzione odierna dei Curdi (in colore marrone nella seconda mappa) nella Repubblica Islamica dell’Iran (che è il nome della Persia dalla Rivoluzione islamica del 1979) riflette la realtà delle antiche deportazioni.
Durante la guerra fra Russi e Turchi del 1877-78, i Curdi che vivevano nelle aree di confine furono armati dai Turchi per combattere le unità zariste − cioè russe, dunque cristiane − in cambio di maggiore autonomia. Le milizie curde presero ad agire contro le altre popolazioni locali, soprattutto quelle cristiane (Armeni, ma non solo), per il controllo del territorio e delle risorse. Sconfinarono anche in Persia (l’attuale Iran) per compiervi frequenti razzie, acquistando pessima fama internazionale.
Però anche l’Impero Russo arruolò molti Curdi dell’Azerbaigian per combattere contro i Turchi, quindi i Curdi si trovarono a combattere su fronti opposti.
La Persia era allora zona di grande interesse per l’Impero Britannico, che governava il territorio al confine con la Persia che attualmente costituisce il Pakistan, oltre a tutta la penisola indiana.
I Britannici temevano che sulle regioni che collegavano l’India al Mediterraneo si incuneasse qualche potenza rivale, ad esempio la Russia. Con la motivazione ufficiale di voler proteggere le comunità cristiane, gli Inglesi mandarono consoli britannici con residenza permanente a Diyarbakir e a Erzurum (segnalate nella terza cartina), cioè nel cuore dei territori che erano abitati soprattutto da Curdi e Armeni. Di lì gli Inglesi iniziarono a sobillare il primo movimento irredentista curdo, il cui capo era ‘Ubayd Allåh, che alimentò varie rivolte.
Gli Inglesi volevano rendersi amici i Curdi per usarli come pedine per sviluppare la propria egemonia, indebolire il potere ottomano ed evitare che la regione cadesse in mano ai Russi. Ma quando nel 1881 centomila famiglie curde invocarono l’aiuto inglese contro gli Ottomani che li stavano massacrando per riportare l’ordine nella regione, Londra ignorò le loro petizioni. Fu il primo voltafaccia degli Inglesi nei confronti dei Curdi. Perché? Perché il caos scatenato dalle rivolte curde nelle province orientali ottomane correva il rischio di degenerare in un confitto più ampio, che avrebbe offerto ai Russi la giustificazione per una nuova guerra di conquista della regione, che ovviamente gli Inglesi non volevano.
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