“Tre case allineate come le perle di una collana” in un tranquillo quartiere di Berlino. Tre famiglie che vivono in buon vicinato, si stimano e si aiutano. A rompere la quiete sopraggiunge il nazismo con il suo carico d’odio, segnando pesantemente la vita dei personaggi. I Korsakov − in cui capofamiglia è ebreo − vengono progressivamente allontanati, insultati e aggrediti dai vecchi amici, che l’autrice ci aveva fatto conoscere come persone probe e gentili, ma che di pagina in pagina si trasformano, disorientate dal nuovo clima politico, manipolate e incattivite dalla propaganda nazista.
Tra i pregi del libro c’è infatti quello di mostrare la progressiva discriminazione degli Ebrei sia nelle leggi dello stato sia nei comportamenti quotidiani delle persone comuni. Le prime tappe di quel processo che porterà alla persecuzione e allo sterminio sono scandite dai riferimenti temporali precisi che aprono ogni capitolo e la loro gravità è percepibile anche dai lettori più piccoli. I protagonisti principali sono infatti due ragazzini, Fritz e David: l’uno figlio del poliziotto protestante Rauch, l’altro figlio del giornalista ebreo Korsakov, amici inseparabili così come i loro gattini. Ma con l’adesione di Fritz alla Gioventù Hitleriana niente potrà essere come prima. Il mutamento del ragazzo è tanto profondo che la sua figura diviene l’emblema degli effetti devastanti dell’indottrinamento dei giovani da parte del regime nazista. Ragazze e ragazzi tedeschi educati all’odio verso i ‘deboli’ e al sacrificio per la patria, vengono privati dell’infanzia, come la mamma di David tenta di spiegare al figlio:
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