La Repubblica Ceca dipende per il 98% del suo petrolio dalla Russia, dalla quale importa circa 9,4 milioni di barili ogni trimestre. Ma quest’anno la Russia ha ridotto le forniture di una percentuale che è andata crescendo, nel mese di aprile, fino all’80%. La Russia preferisce infatti dirottare le forniture verso il terminale sul Baltico, ed esportarle a prezzi più alti.
Due sono le vie attraverso cui il petrolio russo raggiunge la Repubblica Ceca:
· da est, attraverso l’oleodotto Druzhba (o “oleodotto dell’Amicizia”), arriva di solito il 70% delle forniture;
· il restante 30% proviene dal terminale di Trieste, attraverso l’oleodotto che tocca Ingolstadt in Germania e si dirama verso il territorio ceco.
A causa dei costi di trasporto e dei dazi doganali il petrolio che giunge da ovest costa di più ai Cechi di quello dell’oleodotto Druzhba.
La Repubblica Ceca si trova in una difficile posizione: aumenta la dipendenza dal petrolio più costoso (comunque di origine russa) che passa attraverso i terminali italiani. Potrebbe trovare fornitori alternativi di petrolio a prezzo inferiore, ma di diversa qualità, il che porrebbe problemi di raffinazione: le raffinerie ceche sono attrezzate per trattare il petrolio russo, che è di alta qualità, mentre quello proveniente da altri giacimenti richiederebbe metodi di raffinazione differenti. Inoltre le raffinerie ceche sono parzialmente di proprietà russa, e quindi poco disposte a cambiare la fonte di approvvigionamento.
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