Chi vuole capire la crisi economica degli ultimi anni deve andare in Irlanda, dove gli effetti sono ben visibili. L'Irlanda è un paese piccolo, con una popolazione di soli 4,4 milioni di abitanti. Per questo è più semplice vedere e capire gli eventi.
Un po’ ovunque fuori dalle grandi città [..] ci sono edifici, alcuni dei quali iniziati e mai terminati, che non saranno mai venduti e che sono quindi destinati a trasformarsi in inutili rovine. Alcuni esempi ci aiutano a spiegare la follia collettiva: un terreno di 25 acri alla periferia di Dublino […] nel 2006 valeva 550 milioni di dollari. Dopo soli due anni lo stesso terreno venne valutato dalla National Asset Management – l’agenzia governativa che gestiva la crisi delle banche – 80 milioni di dollari […].
Durante il boom anche i tassisti e i commessi ti parlavano di terze o addirittura quarte case – che avevano acquistato contraendo mutui generosi dalle banche – in varie parti di Europa. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza il comportamento irresponsabile delle banche straniere. La sola Royal Bank of Scotland ha concesso prestiti per 50 miliardi di dollari in Irlanda, le banche tedesche si sono spinte oltre prestando ben 140 miliardi, così come le banche inglesi. […] Il pesante debito estero irlandese ha così raggiunto la cifra di mezzo milione di dollari pro-capite; per questo l’intervento di salvataggio ha salvato non soltanto gli irlandesi, ma l’intera Europa!
Negli anni precedenti la crisi il governo irlandese, guidato dal partito Fianna Fáil, […] aveva incrementato il numero dei dipendenti pubblici del 25%, aveva portato i salari dei dipendenti pubblici dai 39 mila dollari annui del 1998 ai 64 mila del 2008 e aveva aumentato anche le pensioni, ottenendo così – ovviamente – il consenso dei beneficiati. Sulla carta il bilancio pubblico pareva in ordine, perché nell’attivo si mettevano le tasse che si sarebbero incassate dagli utili dell’edilizia e dalle transazioni immobiliari – senza considerare che la bolla speculativa era alimentata dai prestiti esteri.
Dopo la crisi i salari del pubblico impiego sono stati tagliati di più di un quarto, e altri tagli sono all’orizzonte. […] Il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 13% e sarebbe ancora più alto se il 5% della popolazione (principalmente i lavoratori giovani e qualificati) non fosse emigrata negli ultimi due anni. L'Irlanda può ancora contare sul surplus commerciale, che non è tuttavia sufficiente a sanare l’enorme debito estero. La sensibilità nazionale è stata profondamente ferita: gli Irlandesi non gradiscono che le nazioni creditrici, specialmente la Germania, dettino la politica del paese; e ovviamente il partito al governo ha perso la fiducia della popolazione. […]
I vostri commenti
Per questo articolo non sono presenti commenti.
Lascia un commento
Vuoi partecipare attivamente alla crescita del sito commentando gli articoli e interagendo con gli utenti e con gli autori?
Non devi fare altro che accedere e lasciare il tuo segno.
Ti aspettiamo!
Accedi
Non sei ancora registrato?
Registrati