Tokyo sta valutando l'installazione di una base di lancio di missili a lungo raggio sull’isola di Kyushu entro l'inizio del 2026.
Nello scorso decennio il Giappone ha rafforzato la propria capacità di deterrenza nei confronti dei possibili avversari regionali: partecipa a esercitazioni nel Mar Cinese Meridionale, ha pubblicato ‘libri bianchi’ che sottolineano le minacce rappresentate da Cina e Corea del Nord, ha stretto accordi di sicurezza con Filippine, India, Australia e Regno Unito. Ma l’installazione di lanciamissili a lungo raggio significa che Tokyo ha deciso di diventare un partner di prima grandezza in qualunque alleanza di sicurezza nel bacino Asia-Pacifico, raggiungere un grado di autonomia militare più elevato di quello attuale, dotarsi di sistemi d’arma orientati all'offensiva.
A dicembre 2022 il governo ha rivisto la sua politica di difesa per poter colpire basi nemiche e ha iniziato a sviluppare e acquistare sistemi d’arma dotati di capacità offensiva. Ha esteso la gittata operativa del suo missile terra-nave Tipo 12 da 200 a 900 chilometri. Ha convertito i cacciatorpedinieri di classe Izumo in portaerei in grado di schierare caccia stealth F-35B. Ha firmato un accordo con Washington per ricevere 105 aerei da caccia F-35A e 42 aerei F-35B e ha ordinato circa 400 missili da crociera Tomahawk. Ha sviluppato un proprio veicolo planante ipersonico, espressamente progettato per colpire ad alta velocità obiettivi terrestri o marittimi distanti.
Tutto questo è avvenuto con l’espresso sostegno di Washington. Ora però il piano di schierare missili a lungo raggio su Kyushu non coinvolge in alcun modo gli Stati Uniti. Trump ha chiesto al Giappone di aumentare fino al 3% il budget per la difesa, il Giappone non ha risposto. Da allora Trump ha messo in discussione i termini dell'alleanza tra Stati Uniti e Giappone, sollevando dubbi sulla misura in cui Washington proteggerebbe Tokyo in un conflitto con la Cina o la Corea del Nord.
A Tokyo regna l'incertezza sulla dipendenza a lungo termine dagli Stati Uniti ed è vivace il dibattito sull’opportunità di mirare a un ruolo di leadership in un patto di sicurezza indo-pacifico. Il governo ha avviato incontri bilaterali separati con i Paesi della regione ed ha raggiunto un accordo di cooperazione strategica di alto livello con le Filippine, un accordo di abituali esercitazioni congiunte con l'India e uno con il Regno Unito per una maggiore interoperabilità.
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