La guerra d’Ucraina mette a rischio la sicurezza di tutta l’Europa orientale, dunque riguarda l’Unione Europea nel suo insieme. Per questo Italia, Francia e Germania cercano di sviluppare una strategia e dunque una politica comune. I paesi europei più coinvolti sono Polonia e Ungheria.
La Russia ha bisogno di profondità strategica e oggi i suoi capi militari e politici vivono nella paura perché il confine orientale dell’Ucraina è a soli 480 chilometri da Mosca. La paura di Mosca mette sempre l’Europa orientale a rischio di attacco e invasione da parte russa, come è ripetutamente avvenuto nella storia. Se la Russia prendesse l’Ucraina, confinerebbe direttamente con i Paesi baltici, Polonia, Slovacchia, Ungheria e Romania. Questo nuovo confine sarebbe lungo e per proteggerlo da un’ulteriore penetrazione russa sarebbe necessario replicare la strategia della Guerra fredda, ma con un confine molto più lungo da proteggere. Che ruolo vi avrebbero gli Stati Uniti?
L’interesse primario degli Stati Uniti è il controllo degli oceani Atlantico e Pacifico. La partecipazione di Washington a entrambe le guerre mondiali è scattata per questa priorità strategica: se tutta l’Europa fosse stata sotto il controllo del Kaiser, di Hitler o dei Sovietici, avrebbe potuto utilizzare l’esperienza e le risorse di tutto il continente per costruire una flotta capace di sfidare gli Stati Uniti. Il paradosso della geopolitica statunitense è che il modo migliore per sconfiggere una pericolosa flotta nemica è impedirne la costruzione. Ecco perché bloccare l’avanzata sovietica in Europa fu la strategia navale degli USA durante la Guerra fredda.
L’acquisizione russa dell’Ucraina riaccende il potenziale pericolo. Dopo l’Ucraina, contro chi potrebbe rivolgersi la Russia? Potrebbe non avere ulteriori ambizioni territoriali oggi, ma potrebbe averle in futuro. Polonia e Ungheria devono formulare ipotesi e fare calcoli complessi per capire e gestire gli imperativi strategici sia della Russia sia degli USA. Nessuno dei due paesi vuole essere occupato dalla Russia, ma nessuno dei due vuole diventare una semplice pedina nella grande strategia europea di altri.
Polonia e Ungheria hanno cercato di affrontare il problema in modi molto diversi.
La Polonia si trova nel cuore della pianura nordeuropea, il lungo tratto di terra pianeggiante che va dalla Francia a Mosca. Lì duellano sempre le grandi potenze, perciò la Polonia è stata occupata da potenze straniere per gran parte della sua storia. Varsavia ha rivendicato la propria sovranità dopo la Guerra fredda e non vuole perderla di nuovo. Ha già una Bielorussia ostile su di un lato del confine e una vittoria russa in Ucraina significherebbe che gran parte del suo confine, già difficile da difendere per conformazione geografica, sarebbe circondato dal grande esercito russo. L’unica opzione per la Polonia è costruire rapidamente un forte esercito e ricordare costantemente agli USA quanto la Russia possa costituire una minaccia sull’Oceano Atlantico. Nell’attuale conflitto deve proteggersi sostenendo l’Ucraina e contando su Washington. Impedire alla Russia di occupare l’Ucraina è l’opzione meno costosa e meno rischiosa, quindi la Polonia è profondamente legata agli Stati Uniti. Entrambi i paesi operano per assicurarsi che la Russia non riesca a conquistare l’Ucraina.
L'Ungheria è in una posizione diversa. Se la Russia avanzasse, dovrebbe attraversare i Carpazi, monti che si trovano a est dell’Ungheria. Farlo sarebbe difficile e il vantaggio strategico sarebbe ben poco. La Russia ha già invaso l’Ungheria, ovviamente, ma nelle circostanze attuali tale invasione le creerebbe più problemi di quanti ne possa risolvere. Budapest è quindi meno preoccupata di Varsavia per gli eventi in Ucraina. Se l’Ungheria non assume atteggiamenti bellicosi verso la Russia, è al sicuro. Perciò Budapest non si è opposta apertamente all’invasione russa, non ha voluto essere coinvolta e non ha ascoltato le richieste di Washington. Se la Russia si impantana in Ucraina o perde la guerra, per l’Ungheria andrà bene. Ma se Mosca vincesse, sarebbe un’altra storia e l’Ungheria dovrebbe rivedere il proprio atteggiamento.
Per quanto riguarda la guerra, la Russia punta alla conquista del Donbass, regione su cui aveva un’influenza decisiva prima dell’invasione. Per ora non è riuscita a prendere completamente il Donbass, anche se confina con la Russia, il che agevola il movimento e la logistica. La guerra non è sostanzialmente cambiata, ma la Russia sta vincendo in un’area per cui non aveva davvero bisogno di combattere, perché ne aveva già una specie di controllo. L’ovvia soluzione sarebbe lasciare l’Ucraina come un vasto cuscinetto tra la Russia e l’Occidente e tornare allo status quo, ma è difficile immaginare che Mosca possa accettarlo. Questo è il grande problema della Russia: le guerre aperte per sfida politica e ideologica, non per necessità militare, sono alla lunga le guerre più pericolose.
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