Il Consiglio di Cooperazione del Golfo, fondato nel 1981, ha lo scopo esplicito di promuovere l’integrazione economica fra l’Arabia Saudita, il Kuwait, il Bahrein, gli Emirati Arabi Uniti, il Kuwait, Oman e Qatar (mappa lato). In realtà ha sempre fatto poco per promuovere l’integrazione economica, ma continua a esistere soprattutto in funzione difensiva; raggruppa infatti i paesi arabi del Golfo Persico, che temono l’Iran, paese non arabo e di religione sciita con cui l’inimicizia ha basi storiche profonde.
L’unione doganale fra i paesi del Consiglio del Golfo è avvenuta soltanto nel 2015, dopo decenni di discussioni e indecisioni: segno che non veniva vista da nessuno come una priorità. Il commercio interno fra i paesi del Consiglio è di poco conto, i progetti per la costruzione di infrastrutture comuni vengono rimandati di anno in anno, ormai da molti anni. Anche la creazione di una moneta comune è discussa da lungo tempo, ma non si è mai avverata.
Il PIL complessivo dei Paesi del Consiglio è di circa 1400 miliardi di dollari, ed è basato in maniera preponderante sulla vendita di petrolio e gas, con contratti stipulati da ogni paese liberamente e separatamente, non applicando condizioni comuni.
Ciò nonostante il Consiglio costituisce una alleanza solida in funzione anti-iraniana. Di solito i paesi del Consiglio assumono posizione comune sulle questioni internazionali, anche se il Qatar negli ultimi anni tende a cercare una posizione di mediazione anche con interessi esterni.
I vostri commenti
Per questo articolo non sono presenti commenti.
Lascia un commento
Vuoi partecipare attivamente alla crescita del sito commentando gli articoli e interagendo con gli utenti e con gli autori?
Non devi fare altro che accedere e lasciare il tuo segno.
Ti aspettiamo!
Accedi
Non sei ancora registrato?
Registrati