Il 22 luglio 2009 il primo ministro lettone Valdis Dombrovskis ha dichiarato che la Lettonia non taglierà ulteriormente la spesa previdenziale, nonostante le pressioni del Fondo Monetario Internazionale. L’FMI infatti, prima di erogare la prima tranche da 200 milioni di euro a Riga (su un totale di 7,5 milioni che dovranno essere erogati da FMI e Commissione Europea) aveva esplicitamente richiesto al governo lettone di tagliare le pensioni.
Il 16 giugno scorso Riga aveva effettuato un primo taglio del 10% per ottenere un prestito di 1,2 miliardi di Euro - metà dei quali sarà impiegata per sanare il sistema bancario lettone, strettamente legato a quello svedese.
La Lettonia non è l’unico paese a trovarsi in una situazione così delicata: anche l’Ungheria e gli altri paesi baltici hanno ottenuto un prestito dall’FMI, ma non sanno come tagliare la spesa pubblica. I governi sanno che un ulteriore taglio potrebbe fomentare il rischio di nuove rivolte popolari.
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