La campagna militare USA contro le rotte della droga

02/11/2025

Dal 2 settembre 2025 gli Stati Uniti hanno ampliato l'uso della forza per bloccare le rotte marittime della droga nei Caraibi e nel Pacifico orientale. In due mesi la campagna ha eliminato più di una dozzina di imbarcazioni di trafficanti e ucciso più di 60 membri dell'equipaggio. Così facendo gli Stati Uniti hanno di fatto militarizzato la politica antidroga lungo due corridoi emisferici. È troppo presto per sapere se la campagna avrà un effetto misurabile sul flusso o sul consumo di droga. Nessun altro sistema di interdizione usato sino ad ora ha davvero funzionato; persino i sequestri e gli attacchi aerei su larga scala condotti nell'ambito del Plan Colombia negli anni 2000 hanno soltanto spostato le rotte del contrabbando, senza ridurre le esportazioni totali di droga. Il risultato dipenderà probabilmente dalla capacità degli Stati Uniti di estendere la pressione oltre gli scontri in mare aperto, attaccando anche le infrastrutture che sostengono il commercio, inclusi i porti non statali, le piste di atterraggio clandestine e le reti di stoccaggio illegale di carburante che consentono il trasbordo attraverso i Caraibi e il Pacifico orientale.

Concentrandosi su Venezuela, Colombia e il corridoio centroamericano, la campagna statunitense funge sia da interdizione che da segnale, sottolineando la volontà degli Stati Uniti di controllare le rotte di transito dall’emisfero sud all’emisfero nord. Il suo valore strategico, tuttavia, dipenderà dall’effettiva deterrenza anche quando gli attacchi si saranno placati.

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