Dei conflitti in corso in Africa i nostri media parlano poco, ma a fine 2024 avevano causato ben 45 milioni di “sfollati”, cioè di persone che debbono abbandonare case e averi, lavoro, scuola e inserimento nella vita della società. La maggior parte sono sfollati interni, che vengono internazionalmente definiti “Internally Displaced Persons” o IDP’s. Milioni di persone hanno attraversato i confini come “refugees” (rifugiati e/o richiedenti asilo), ma gli sfollati interni (IDP’s) a seguito di guerre civili vivono condizioni peggiori, perché privi di assistenza dall’estero e di protezione dalle diverse milizie in guerra fra loro.
La prima causa per cui le persone abbandonano la propria casa sono le guerre civili in corso in Sudan, Etiopia e Repubblica Democratica del Congo. In secondo luogo ci sono le insurrezioni islamiste nel Sahel, in Somalia, nel bacino del Lago Ciad e nel nord del Mozambico (vedasi la mappa in testata).
La più grande crisi di sfollamento del mondo si verifica in Sudan, dove la guerra civile ha costretto 11,5 milioni di persone ad abbandonare tutto.
Nella Repubblica Democratica del Congo oltre 7 milioni di persone sono fuggite dalle violenze nell'est del Paese, dove le truppe governative si scontrano con il gruppo ribelle M23 sostenuto dal Ruanda.
Nel Sahel i gruppi jihadisti si sono rafforzati con il ritiro delle forze occidentali e l’arrivo di forze sostenute dalla Russia. Jama’at Nusrat al-Islam wal-Muslimin e lo Stato Islamico del Grande Sahara si sono espansi in Mali, Burkina Faso e Niger, costringendo milioni di persone a fuggire. Le giunte militari “ufficiali” in Mali e Burkina Faso ora controllano meno della metà dei loro territori.
Boko Haram è risorto nella Nigeria nord-orientale e in alcune parti del Camerun; al-Shabaab continua a diffondersi nelle zone rurali della Somalia.
Nel Mozambico settentrionale l’ISIS-Mozambico (Ansar al-Sunna) rimane attivo, costringendo centinaia di migliaia di persone alla fuga.
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