Cambia la strategia di sicurezza degli USA

22/04/2025

Oggi la politica militare americana pare in contrasto con se stessa. Da un lato gli Stati Uniti vogliono ridurre la propria presenza militare nel mondo: si stanno ritirando dalla Siria, stanno riducendo le forze NATO in Europa, aspirano a una condizione di ‘no war’, secondo le ripetute dichiarazioni di Trump. D’altro lato continuano a bombardare obiettivi in ??Medio Oriente, a essere coinvolti nella guerra tra Russia e Ucraina, e hanno appena approvato un bilancio della difesa record di 1.000 miliardi di dollari per il prossimo anno. L'apparente contrasto si spiega con l’intenzione di abbandonare il ruolo di ‘poliziotto globale’, che interviene ovunque, e l’intenzione di assumere il ruolo di garante della sicurezza del commercio marittimo. Le arterie del commercio e degli scambi globali non sono più considerate semplici corridoi economici, ma aree strategiche che devono essere protette con la forza.

Guerre commerciali, dazi, la pandemia di COVID-19 e le conseguenze della guerra tra Russia e Ucraina hanno reso paesi e aziende dolorosamente consapevoli delle vulnerabilità e delle debolezze delle moderne catene di approvvigionamento. Dipendenze reciproche che parevano una salvaguardia contro i conflitti sono ora esse stesse fonte di conflitto. Ciò ha portato a rimodellare anche le rotte marittime e gli Stati Uniti adattando la propria strategia al controllo di queste nuove rotte.

La sicurezza del commercio marittimo richiede una presenza navale persistente, un solido sistema di intelligence sorveglianza e ricognizione e una rete globale di hub logistici. Le forze navali, in particolare i gruppi d'attacco delle portaerei, i cacciatorpediniere, i sottomarini e le unità anfibie, devono mantenere il controllo sui punti critici, scoraggiare attacchi e scortare le navi di alto valore. Aerei, sistemi di sorveglianza satellitare e sistemi senza pilota sono fondamentali per tracciare i movimenti delle navi, identificare potenziali minacce e fornire un’allerta precoce in vasti spazi marittimi. Veicoli sottomarini e di superficie senza pilota vengono utilizzati per scopi offensivi e difensivi, pattugliano i punti di strozzatura per settimane senza essere individuati. Così si garantisce il passaggio sicuro delle navi, si bonificano le aree minate e si pedinano i convogli sospetti. Particolare attenzione viene data ai punti di strozzatura globali vulnerabili a missili.

Le linee di difesa necessitano di una rete di basi logistiche e nodi di rifornimento strategicamente posizionati che facilitino le operazioni lontano dalle coste americane: depositi di carburante e di munizioni, impianti di manutenzione e aeroporti per dispiegare le truppe.

La posizione geografica consente agli USA di accedere a tutte le principali rotte commerciali. Le rotte transatlantiche e transpacifiche, il Canale di Panama, il Circolo Polare Artico sono le rotte di vitale importanza non soltanto per le Americhe ma per la maggior parte del globo.

Le rotte del Mare Artico, più di qualsiasi altro fattore, costringeranno Washington a riconsiderare il suo approccio alla sicurezza marittima. Costruire capacità militari in questo contesto è estremamente difficile e gli Stati Uniti sono già in ritardo rispetto alla Russia in termini di presenza e capacità militari. Le strutture in Alaska aiutano gli Stati Uniti a proteggere le rotte artiche collegate all'Oceano Pacifico, ma non offrono alcun accesso all'Atlantico. La Groenlandia può essere d'aiuto in questo senso. Oggi il territorio ospita la base spaziale di Pituffik, da cui si possono monitorare e tracciare attacchi missilistici e movimenti di truppe nella regione polare. Oltre alla stazione di controllo satellitare, la base dispone di una pista di 3.000 metri e ospita il porto in acque profonde più settentrionale degli Stati Uniti. Ora Washington ha ripetutamente espresso il proprio interesse a costruire una base navale dedicata in Groenlandia, in grado di operare tutto l’anno.

Il rinnovato interesse di Washington per la sicurezza delle rotte marittime spiega anche la sua posizione su Panama. Panama ha sempre fatto affidamento sugli Stati Uniti per la propria sicurezza, però negli ultimi anni la Cina è entrata massicciamente nel settore finanziario e nelle infrastrutture portuali di Panama, allarmando gli USA. Sono ora in corso colloqui bilaterali USA-Panama sulle garanzie per il passaggio prioritario di navi da guerra e navi ausiliarie statunitensi attraverso il canale. Una nave da guerra che attraversa il Canale è un bersaglio facile, perché ci vogliono circa otto ore per attraversarlo. Occorre dunque un ampio dispiegamento militare per proteggere le infrastrutture del Canale e garantire il transito sicuro: sistemi radar e di sorveglianza costieri, sistemi di difesa aerea mobili e sistemi missilistici fissi per intercettare droni, razzi e missili.

Ci sono poi le rotte del Pacifico, che rappresentano il rischio più elevato nel prossimo futuro. Washington mantiene già una presenza militare significativa in tutto il Pacifico e nell'Asia orientale, inclusi gruppi d'attacco di portaerei, risorse navali dispiegate in Giappone e Corea del Sud e forze di rotazione che operano in basi congiunte nelle Filippine e in Australia. Gli Stati Uniti utilizzano linee di difesa multistrato in tutti gli oceani, in particolare nella prima, seconda e terza catena insulare dell'Asia-Pacifico, per contenere e bloccare l'accesso della Cina al Pacifico orientale in caso di aperta ostilità.

In questo contesto, il potenziale ruolo dell'India nelle partnership per la sicurezza marittima diventerà sempre più importante. l'India concentrerà i suoi sforzi di sicurezza su punti critici come gli stretti di Malacca e Lombok, dove gli Stati Uniti hanno soltanto una presenza limitata.

Gli Stati Uniti sono attualmente i più attrezzati a proteggere le rotte atlantiche. La stazione navale di Norfolk è la più grande base navale del mondo, altre basi sono a Porto Rico e sull'Isola di Ascensione. Tuttavia sottomarini russi non graditi scorrazzano talora nelle acque fra Cuba e il Venezuela.

 

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