La politica degli Stati Uniti verso l’America Latina

27/03/2025

L’amministrazione Trump pone oggi due temi al centro della politica nei confronti dell’America latina: l’immigrazione e la Cina. La posta in gioco è molto alta, perché Il dominio dell'emisfero occidentale è il fondamento della sicurezza degli USA, ed è dottrina di stato fin dal 1823 (dottrina Monroe).

Washington ha aggiunto all’elenco di organizzazioni terroristiche le molte organizzazioni di narcotraffico dell’America latina: il Tren de Aragua del Venezuela, lo MS-13 di El Salvador, il clan del Golfo della Colombia, il cartello messicano di Sinaloa, il cartello di Jalisco New Generation, il cartello del Nordest, la Familia Michoacana e lo United Cartels. Ha inoltre revocato lo status di protezione per le persone provenienti da alcuni paesi latinoamericani e incrementato le espulsioni. Per indurre i paesi latinoamericani ad accogliere gli espulsi, gli Stati Uniti minacciano dazi sulle importazioni. Così quando la Colombia si è opposta al rientro forzoso dei migranti irregolari, Trump ha minacciato di imporre un dazio del 25% sui prodotti colombiani e subito la Colombia ha organizzato l’accettazione degli espulsi. Gli altri paesi si sono rapidamente adeguati. L'Honduras ha deciso di mantenere il trattato di estradizione con gli Stati Uniti, di cui aveva già annunciato la cancellazione. Il Brasile ha dichiarato di accettare i trasporti di deportati. Il Costa Rica ha accettato di accogliere 200 migranti in cambio di una deroga alla sospensione dei finanziamenti per la lotta alla droga. El Salvador si è offerto volontario per ospitare nella sua mega-prigione i criminali deportati, in cambio di un compenso.

L'espulsione forzata di centinaia di migranti con precedenti penali potrebbe aggravare i problemi dei paesi latino americani. I migranti espulsi tornano nei loro paesi con poche prospettive di lavoro e risparmi, dunque rischiano di diventar quasi tutti criminali, anche se non lo erano in partenza, come dimostra l’esempio del Salvador. Durante la guerra civile degli anni novanta molti salvadoregni fuggirono negli Stati Uniti, dove alcuni finirono per unirsi a bande e gruppi criminali. Molti vennero poi rimandati in El Salvador, dove incrementarono le dimensioni e la forza dei gruppi criminali, e la situazione peggiorò.

Le preoccupazioni sulla presenza della Cina in America Latina sono sia di natura economica che di sicurezza. Dai primi anni del 2000 la Cina ha rapidamente incrementato la sua presenza economica, soprattutto per assicurarsi materie prime necessarie alla sua economia in forte espansione. Il capitale cinese è penetrato a fondo in America latina. Pechino ha sostituito gli Stati Uniti come principale partner commerciale per molti paesi. Le attività cinesi nei settori delle infrastrutture portuali, delle telecomunicazioni e dell'industria spaziale possono avere anche uso militare. Washington è stata lenta a rispondere, perché non può controllare le imprese private allo stesso modo di Pechino.

Dopo il COVID la Cina ha ridotto prestiti, investimenti e acquisizioni nella regione; ora Washington inizia a contrastare le infrastrutture portuali cinesi in America Latina. Il segretario di stato Marco Rubio, in viaggio in Guatemala a febbraio, ha annunciato un’iniziativa da 125 milioni di dollari degli USA per espandere il porto di Quetzal e le sue infrastrutture logistiche. Più commenti ha suscitato l'approccio di Washington nei confronti di Panama. Gli Stati Uniti sono il maggiore utilizzatori e beneficiari del Canale di Panama, ma la Cina ha una forte presenza nel settore finanziario panamense e nei porti che operano a entrambe le estremità del canale. Washington ha lanciato l’allarme e si è rivolta al mondo privato per risolvere il problema. La società CK Hutchison con sede a Hong Kong ha venduto la Panama Ports Company al consorzio BlackRock-Til, togliedone il controllo a Hong Kong e dunque alla Cina.

Ma la rivalità USA-Cina prosegue. il governo del Nicaragua ha appena raggiunto un accordo con la cinese CAMC per la costruzione di un porto in acque profonde a Bluefields sulla costa caraibica!

I dazi hanno colpito soprattutto le importazioni di alluminio e acciaio. Circa il 75 percento delle esportazioni di acciaio messicane e poco più della metà delle esportazioni di acciaio brasiliane sono destinate agli Stati Uniti.

I possibili dazi sul rame hanno allarmato anche Perù e Cile. Il Cile esporta quasi il 20 percento del suo rame negli Stati Uniti, il Messico il 40%, il Perù il 27%. Ma la prima amministrazione Trump aveva concesso esenzioni e deroghe per acciaio e alluminio. Ora i governi latino americani cercano di mostrare solidarietà con gli Stati Uniti, limitando il dumping di prodotti cinesi nei loro mercati nazionali, nella speranza di ottenere nuove deroghe.

I dazi avranno conseguenze pesanti sulle economie nazionali dell'America Latina, già grandemente indebolite dal Covid. Negli ultimi cinque anni la povertà è aumentata e la classe media è diminuita. Se le economie locali crollassero, la criminalità aumenterebbe, aumenterebbero i contrabbandi.

Trump non ha annunciato politiche speciali per Venezuela, Cuba e Nicaragua, le tre dittature i cui governi sono in bilico da decenni. Se cadessero, i governi successivi potrebbero essere ancora peggiori, data l’assenza di classi dirigenti.

 

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