Il Kuwait revoca la cittadinanza ai cittadini naturalizzati

20/02/2025

Nell'ultimo anno il Kuwait ha intrapreso una massiccia campagna di revoca di cittadinanze, dopo che un decreto dell'emiro Sheikh Meshal Al Ahmad Al Jaber ha chiesto al governo la revisione della legge sulla nazionalità. Sono state revocate le cittadinanze acquisite per matrimonio, con l’accusa di falsificazione di documenti o di mantenimento della doppia cittadinanza, cosa che la legge kuwaitiana non permette. Ma falsificazioni e matrimoni fraudolenti hanno causato meno del 2 percento delle oltre 30 000 revoche di cittadinanza, che per lo più non sono avvenute per accuse specifiche, ma per decreto.

Da quando l’ottuagenario Sheikh Meshal ha preso il potere nel 2023, il suo governo accusa gli immigrati di tutti i mali del paese e incita i nativi a chiedere l’espulsione dei naturalizzati. Il governo giustifica la revoca della cittadinanza in base all'articolo 13 della legge sulla nazionalità del 1959, che autorizza la revoca a chi danneggia la sicurezza del Kuwait o abusa dei suoi sistemi sociali ed economici. La legge non specifica la natura o la definizione dell'abuso.

La perdita della cittadinanza si applica anche ai familiari a carico. La denaturalizzazione comporta la perdita dei benefici concessi ai cittadini kuwaitiani: sostegno governativo a vita, alloggio, cure mediche gratuite, servizi educativi e il diritto di ottenere lavoro nel settore pubblico.

Nel 1967 Sheikh Meisal era a capo dell’agenzia di intelligence e lì ha maturato la sua visione della sicurezza nazionale. Non si fida della lealtà dei cittadini naturalizzati, ritiene che siano opportunisti venuti per godere dei benefici dello stato sociale. Nel suo discorso inaugurale all'Assemblea popolare, Meshal ha duramente criticato i rami legislativo ed esecutivo per aver trascurato l'interesse nazionale del Kuwait. Subito dopo il Ministero degli Interni ha aperto una hotline cui i Kuwaitiani possono segnalare falsari e cittadini con doppio passaporto, per ‘combattere la criminalità e la corruzione’. La sicurezza viene considerata minata anche dalla divulgazione di idee, da parte di cittadini naturalizzati, che potrebbero minare il sistema economico o sociale del paese.

La legge sulla nazionalità del 1959 consente all'emiro di revocare la cittadinanza per decreto, senza possibilità di appello, senza necessità di giustificazione né di intervento della magistratura, se il decreto invoca l’interesse dello stato. Nel 2014 il predicatore islamico Nabil al-Awadi e altri islamisti che avevano espresso solidarietà con le rivolte arabe furono espulsi per decreto, ma dopo quattro anni il decreto fu revocato e al Awadi poté ritornare.

Tra le persone più in vista colpite dalla recente ondata di revoche di cittadinanza ci sono 20 membri della tribù Ajman, tribù minoritaria nota per la sua opposizione al governo. I membri della tribù superano le 30.000 persone, con radici profonde in Kuwait. Già nel 2015 era stata revocata la cittadinanza a 56 suoi membri, per il loro sostegno a idee politiche sgradite al governo.

A gennaio 2025 il decreto n14 ha revocato la cittadinanza a 3.591 donne che l'avevano ottenuta per matrimonio. Hanno perso stipendi e servizi sociali, ma possono continuare a lavorare in Kuwait con nuovi contratti. Nessuna di loro ha ricevuto notifica scritta di revoca della cittadinanza; ne sono venute a conoscenza dalla Gazzetta Ufficiale. Alcune famiglie hanno dovuto riconsegnare la casa loro assegnata dal governo. Tutti i membri della famiglia hanno perso gli impieghi pubblici che detenevano, anche di alto livello, e hanno dovuto cercar lavoro come commessi in negozi privati.

I cittadini kuwaitiani rappresentano soltanto il 32 percento della popolazione totale del Kuwait, pari a 5 milioni di persone, e godono di un reddito pro capite molto più elevato rispetto ai non cittadini. Tuttavia nutrono risentimento nei confronti degli immigrati residenti, che pure sono fondamentali per gestire la vita del Paese, in particolare dei sistemi di istruzione e assistenza sanitaria.

I Kuwaitiani disapprovano la concessione della cittadinanza anche a una piccola frazione di immigrati. Il nazionalismo locale si nutre del razzismo che domina la sfera pubblica. Gli immigrati son trattati ovunque con disprezzo e durezza. Già dopo l'invasione irachena del 1990 il governo ha scacciato i figli degli immigrati dalle scuole pubbliche. Gli studenti kuwaitiani considerano gli insegnanti stranieri inferiori agli insegnanti locali perché le amministrazioni scolastiche li trattano come inferiori. Gli stipendi degli insegnanti stranieri sono meno della metà dei kuwaitiani, anche se insegnano materie scientifiche essenziali, mentre i docenti kuwaitiani insegnano principalmente materie umanistiche e scienze sociali.

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