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L’India non è mai stata una potenza navale. Costruire flotte militari potenti di largo raggio è sempre stato al di fuori delle possibilità economiche delle popolazioni indiane, molto più preoccupate di rafforzare baluardi lungo le frontiere di terra per evitare invasioni e immigrazioni dall’interno dell’Asia. L’India è una penisola che si protende in un grande oceano, con una altissima densità di popolazione, chiunque volesse invaderla via mare dovrebbe avere non soltanto una flotta potente, ma anche una impossibile quantità di uomini per controllare l’enorme popolazione. I conquistatori che in passato ottennero il controllo di parti dell’India arrivando via mare furono sempre chiamati e aiutati da qualche principe locale in rivalità con altri. Ora che l’India è una sola nazione nessuno potrebbe invaderla con successo, per una mera questione demografica.
Ma l’India possiede gli arcipelaghi di isole che controllano l’accesso allo stretto di Malacca (come sempre infestato di pirati): la catena delle 572 isole Andamane e Nicobare (di cui soltanto 38 abitate), che fanno parte del territorio indiano (vedi mappa a lato).
La rivalità crescente fra la Cina e l’occidente rende quelle isole di fondamentale interesse strategico per contenere e controllare la crescente potenza navale cinese. L’India stessa ha bisogno di mantenere un controllo rigoroso sullo stretto di Malacca, ora che il suo commercio con l’estero è grandemente aumentato e per il 47% passa proprio attraverso quello Stretto. Il budget indiano per la marina militare però non aumenta, anzi è andato restringendosi negli ultimi due anni. La marina ha ricevuto soltanto il 15% della spesa pubblica per la sicurezza e la difesa nel 2020, contro il 23 % all’aviazione e il 56% all’esercito di terra.
Le isole possono diventare la base privilegiata per operazioni di sorveglianza, intercettazione e attività di intervento rapido anche da parte di eventuali partner strategici internazionali, ad esempio gli USA e l’Australia. Accordi di reciproco utilizzo di alcune basi su isole lungo le vie di accesso al South China Sea sono già stati firmati a partire dal 2028 fra India e Australia e fra India e Indonesia.
Le isole Andamane e Nicobare oggi ospitano sette basi navali e aeree. Grandi lavori di potenziamento delle infrastrutture sono già in atto. Lo scorso agosto il primo ministro Narendra Modi ha definito lo sviluppo delle infrastrutture dell’arcipelago una priorità strategica. Lo scorso ottobre aerei militari americani hanno iniziato a rifornirsi alle Andamane. A dicembre il Giappone ha finanziato con 36 milioni un nuovo progetto energetico nelle Andamane.
L’India ha sempre evitato di impegnarsi in allineamenti strategici internazionali, anche durante la Guerra fredda, ma certamente userà tutti gli aiuti offerti per potenziare la possibilità di usare gli arcipelaghi come prima base di difesa contro possibili pericoli provenienti dalla Cina, e inevitabilmente Andamane e Nicobare saranno al centro dell’attenzione internazionale nei prossimi anni.
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