L’Intermarium, cioè la creazione di un’alleanza fra i Paesi Baltici, la Polonia, la Romania e l’Ungheria per far fronte comune contro le pressioni russe, procede a fasi alterne. L’Ungheria non ha ancora deciso apertamente se partecipare oppure no, gioca su più fronti le sue carte. L’Ungheria dipende dalla Russia per l’energia, dall’Unione Europea per il commercio e il finanziamento delle infrastrutture, dalla NATO (cioè dagli USA) per la difesa.
L’Ungheria importa più dell’80% del gas che le è necessario dalla Russia, tramite il gasdotto che attraversa l’Ucraina, perciò è a rischio di interruzione, visti i pessimi rapporti fra l’Ucraina e la Russia. A fine anno potrebbe avviarsi il progetto BRUA (Bulgaria, Ungheria, Ungheria, Austria), che entro tre anni dovrebbe portare il gas russo attraverso il Mar Nero e i Balcani fin nel cuore dell’Europa Centrale. Questo però non ridurrà la dipendenza dell’Ungheria dal gas russo, perciò l’Ungheria vuole produrre più energia nucleare. La centrale nucleare di Paks sarà rinnovata e potenziata da un’azienda russa e finanziata al 10% dai Russi. L’Unione Europea ha approvato e autorizzato il progetto.
La politica dell’energia continua a tenere unita la Russia ai paesi europei, nonostante le tensioni con l’Ucraina.
I vostri commenti
Per questo articolo non sono presenti commenti.
Lascia un commento
Vuoi partecipare attivamente alla crescita del sito commentando gli articoli e interagendo con gli utenti e con gli autori?
Non devi fare altro che accedere e lasciare il tuo segno.
Ti aspettiamo!
Accedi
Non sei ancora registrato?
Registrati