La Cina, ‘economia di mercato’?

24/12/2016

A quindici anni dalla sua accettazione nel WTO, è ora prevista per statuto la possibilità di controllo sull’effettivo raggiungimento della condizione di economia di mercato da parte dell’economia cinese. In caso di mancata revisione, la Cina sarà automaticamente accettata come economia di mercato a pieno titolo, perciò anche gli ultimi dazi esistenti su alcuni prodotti cinesi, come l’acciaio, dovranno essere aboliti. Gli USA e l’Australia hanno già detto che intendono procedere al controllo, non fidandosi delle sole dichiarazioni del governo cinese. L’India e il Giappone non si sono ancora pronunciate. In Europa l’atteggiamento è diviso: noi Italiani ci siamo fatti capofila dei paesi che richiedono la verifica, mentre la Germania è capofila dei paesi che non la vogliono: a loro va bene così, perché la loro bilancia commerciale con la Cina è in attivo. Se l’indagine dovesse portare alla conclusione che l’economia cinese ha componenti gestite dallo stato con criteri politici, non di mercato, sarebbe legalmente possibile avviare procedure anti-dumping e imporre dazi, o lasciare quelli esistenti, sulle produzioni cinesi sotto controllo statale.

Ovviamente non è un mistero per nessuno che le aziende metallurgiche ed energetiche di base sono ancora tutte sotto controllo statale in Cina e i prezzi delle materie prime e dell’energia sono politici, non di mercato. Possiamo accettare che vada bene così, o cercare di rimettere in discussione la questione in base a considerazioni di politica economica. La decisione è politica e – come ormai avviene costantemente − vede l’Europa divisa in blocchi di paesi con interessi contrapposti. Ma è stupefacente notare come per l’ennesima volta una delle grandi decisioni economiche che riguardano l’Italia non venga neppure discussa dai nostri media e dal nostro parlamento. Nessuno ne parla, nessuno pare saperne nulla. 

È stupefacente notare come per l’ennesima volta una delle grandi decisioni economiche che riguardano l’Italia non venga neppure discussa dai nostri media e dal nostro parlamento. Nessuno ne parla, nessuno pare saperne nulla.

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