Il 24 ottobre il governo tanzaniano e quello cinese hanno firmato sei memorandum d’intesa relativi alla costruzione di complessi residenziali, commerciali e industriali nell’area metropolitana di Dar es Salaam e alla realizzazione di un importante progetto stradale. Due giorni più tardi la Tanzania ha firmato una serie di accordi con impresari della Cina e dell’Oman, per la realizzazione di una zona economica speciale, cioè di una zona franca, a partire da metà 2015, contestualmente alla costruzione di un porto e di infrastrutture di collegamento, come strade e ferrovie.
Il governo della Tanzania afferma che questi piani trasformeranno il paese in un centro finanziario regionale. Ma l’obiettivo è probabilmente al di fuori della portata del paese africano fino a quando non ci saranno maggiori certezze circa l’entità e la provenienza degli investimenti. Infatti il governo tanzaniano non finanzia i progetti e i memorandum non impegnano la Cina a investire nell’immediato.
La realizzazione dei progetti di sviluppo concordati necessiterà di tempi piuttosto lunghi. Trasformare la Tanzania in un centro finanziario regionale richiederebbe forti investimenti nazionali, ma il governo tanzaniano non può mobilitare le risorse di cui avrebbe bisogno per competere con i centri finanziari dell’Africa meridionale, Nairobi e Johannesburg.
È probabile che il governo della Tanzania sperasse di ottenere di più dalla trasferta cinese…
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