Come i droni hanno cambiato la guerra

23/09/2025

Militarmente, la guerra è una sfida tra tecnologia e geografia. La geografia pone limiti (distanze, fiumi, montagne, punti di strozzatura) che la tecnologia cerca di superare con infrastrutture e macchinari che rendono possibile l’attraversamento degli ostacoli fisici: ponti, strade, motori, aerei, aeroporti. Ogni epoca bellica inizia con un cambiamento nell'equilibrio tra tecnologia e geografia: le ferrovie hanno ridotto le distanze e permesso agli stati di proiettare il loro potere attraverso i continenti, la motorizzazione ha fatto di fiumi e paludi semplici ostacoli temporanei, gli aerei hanno permesso di scavalcare tutte le barriere fisiche e gli attacchi di precisione a lungo raggio hanno reso insicure le retrovie.

Oggi missili a lungo raggio e droni colpiscono ovunque, depositi e centri di rifornimento sono vulnerabili in qualunque punto del territorio. Le retrovie sono diventate il principale campo di battaglia. La guerra del 2020 nel Nagorno-Karabakh tra Armenia e Azerbaigian ha evidenziato questo punto: la ricognizione con droni e gli attacchi di precisione interrompono le linee di rifornimento e costringono a riconsiderare costantemente – e molto velocemente - la logistica, sotto la costante pressione di intelligence, sorveglianza e ricognizione. Anche in Ucraina entrambe le parti vivono questa realtà. La Russia organizza convogli che diventano subito oggetto di attacchi mirati, l'Ucraina non riesce a proteggere i depositi di carburante e munizioni all’interno, per quanto lontani dal fronte.

La logistica è l'arena in cui si decidono le campagne. Durante la Prima Guerra Mondiale le ferrovie correvano su linee fisse, quindi tagliando snodi e testate ferroviarie interi fronti crollavano. La motorizzazione estromise gli eserciti dalla rete ferroviaria, moltiplicando i percorsi e attenuando gli ostacoli sul terreno. Il suo pieno potenziale si manifestò nella Seconda Guerra Mondiale, con convogli di camion e rifornimenti di carburante a sostegno di rapide manovre motorizzate (blitzkrieg), che sopraffacevano le difese fisse. I convogli continuavano però a incanalarsi su ponti e passi, la strategia si concentrava su quei punti di strozzatura.

Durante la Guerra fredda la mobilità aerea permise un nuovo sistema logistico basato sul sollevamento verticale e una strategia logistica di massa su scala globale, Il trasporto marittimo e le catene di approvvigionamento transoceaniche furono la spina dorsale della pianificazione. Poi le difese aeree stratificate e la sorveglianza satellitare costante hanno reso il trasporto aereo a scopi militari sempre più costoso e rischioso.

Oggi in Ucraina i voli di rifornimento tattico sono usati soltanto nelle retrovie. Missili e droni rendono la mobilità aerea estremamente rischiosa, mentre i convogli di superficie lasciano tracce che creano la mappa della rete logistica, rendendola più vulnerabile. Segui i camion, trova il nodo, colpisci l'hub. L'aggiunta di attacchi di precisione rende strade e depositi di difficile e rischioso utilizzo.

La logistica moderna non può dipendere da strade e ponti senza diventare un bersaglio, quindi il primo imperativo è la dispersione: i percorsi devono frammentarsi e i rifornimenti devono fluire in modo che non siano tracciabili.

Fondamentale è il ritmo. Le consegne di grandi quantità di materiale (bellico, alimentare, sanitario) tutte in una volta sono irrazionali, ora che possono essere distrutte in un singolo attacco. Occorre che i rifornimenti arrivino continuamente in tante piccole quantità, in modo che un singolo attacco non distrugga l'intero sistema.

Infine, c'è l'imperativo della manodopera e dei costi. Metter a repentaglio il pilota di un convoglio o l’equipaggio di un elicottero significa correre il rischio di vanificare anni e anni di selezione, studio e addestramento, oltre a perdere piattaforme costose. Occorrono sistemi che trasportino i rifornimenti senza esporre gli equipaggi, con mezzi sacrificabili e senza pilota, purché il flusso sia continuo. Un sistema di rifornimento a goccia: decine di piccoli salti verticali, ciascuno sacrificabile e randomizzato, che alimentano la linea del fronte in modo continuo. La perdita di un drone è tollerabile; il ritmo di molti droni mantiene le unità di combattimento rifornite senza attendere i convogli o rischiare personale.

In Ucraina oggi i droni consegnano sangue, medicine, acqua, batterie e munizioni direttamente alle trincee isolate. La geografia non ha più lo stesso potere di veto se un quadricottero può superare gli ostacoli in pochi minuti e atterrare all'interno di una trincea. La maggior parte dei droni è usata per piccoli rifornimenti; il trasporto pesante è ancora in fase iniziale.

La guerra del Nagorno-Karabakh del 2020 ha dimostrato il pericolo di aggrapparsi a una logistica legata al territorio. Le linee di rifornimento dell'Armenia erano legate a strade e convogli. I droni azeri hanno distrutto i depositi e centinaia di veicoli, paralizzando la capacità delle forze di combattimento.

L’elemento essenziale nella guerra moderna è la precisione guidata dai sensori: se un avversario può accecare la navigazione satellitare o il flusso di dati, il fuoco di precisione e la logistica integrata dei droni si perdono. Occorre dunque proteggere e rafforzare i sistemi di rilevamento, comando e controllo, organizzare un sistema industriale che sforni senza interruzioni grandi quantità di droni economici e sostituibili, garantire la resilienza della guerra elettronica e delle reti distribuite.

Gli stati che combinano la produzione di massa con la resilienza alla guerra elettronica e il comando distribuito (decentrato ma collegato in rete) saranno in vantaggio. Anche l'elettricità è un bene di consumo da pianificare, immagazzinare e proteggere, proprio come le munizioni e il carburante.

Fiumi e strade continueranno a plasmare il movimento, ma i limiti decisivi della logistica di domani risiedono nelle infrastrutture energetiche, nell'integrità delle comunicazioni e nella profondità industriale.       

 

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