La crisi del reclutamento militare

08/09/2025

Oggi gli eserciti hanno molte difficoltà nel reclutamento del personale. Il governo britannico, ad esempio, da anni vede aumentare la necessità non soltanto di reclutare più truppe, ma anche di avere una diversa composizione delle truppe man mano che l’evoluzione tecnologica crea nuove posizioni. Così succede quasi ovunque. L'Australia non raggiunge gli obiettivi di reclutamento da ben 14 anni. Il Canada ha un deficit di 10.000 unità nell’organico, la Nuova Zelanda un insostenibile tasso di abbandono del 16%. Da decenni gli Stati Uniti aumentano costantemente il reclutamento del 10% l’anno, ma ciò nonostante hanno sempre un organico inferiore alle necessità. Ora il programma dell'amministrazione Trump di fare affidamento sugli alleati per la difesa regionale ha allarmato tutti gli eserciti alleati, sottodimensionati per il compito. Reclutamento e fidelizzazione sono sempre più difficili, anche perché si richiede personale sempre più preparato tecnologicamente. 

Mantenere un apporto costante di nuovi arruolati è essenziale non soltanto per preservare il numero, ma anche per garantire il trasferimento intergenerazionale di competenze e conoscenze istituzionali. Gli eserciti moderni sono strutturati su una serie di esperienze stratificate, apprese da sottufficiali e comandanti esperti. Una scarsa fidelizzazione del personale rischia la fuga di cervelli e l'erosione di competenze duramente acquisite. Perdere soldati qualificati o addestrati, soprattutto in settori ad alta specializzazione, è spesso più dannoso che non riuscire a reclutarne di nuovi.

Un esercito sbilanciato rischia di schierare leader di grande esperienza ma privo di ranghi più giovani capaci di realizzare le direttive, perdendo perciò prontezza e capacità. Le guerre non possono essere vinte soltanto dagli ufficiali superiori se non hanno molti subordinati competenti in grado di eseguire gli ordini in modo affidabile. I recenti conflitti (Ucraina) evidenziano il ruolo vitale di produttori ed operatori di droni e altri specialisti del settore. L'utilizzo del nuovo equipaggiamento tecnico richiede anni di addestramento e aggiornamento costante delle reclute. 

Alcuni eserciti allargano il reclutamento anche ai residenti non cittadini, nonché ai cittadini dei paesi alleati. Da uno studio recente risulta che in Australia soltanto il 16% della popolazione in età idonea al reclutamento (17-24 anni) soddisfa i requisiti minimi di ammissione (livello di istruzione accettabile, nessuna disabilità fisica e mentale, nessun precedente penale, nessun uso di droghe). E soltanto 1 su 6 si presenterebbe volontario per difendere il Paese in caso di attacco.  

 

Nel Regno Unito le forze armate perdono ogni mese circa 300 unità di personale a tempo pieno in più rispetto a quelle che riescono a reclutare. I sondaggi indicano che molti giovani non apprezzano una eventuale carriera militare, preferiscono l’industria privata. La percezione della vita militare come rigida, gerarchica e fisicamente impegnativa è sempre più in contrasto con  la richiesta della Generazione Z di molta flessibilità e di un equilibrio sostenibile tra lavoro e vita privata. Recenti sondaggi indicano anche un calo della fiducia nelle istituzioni pubbliche. Ora Londra ha offerto un aumento salariale del 35% per le nuove reclute, alloggi per famiglie, assistenza all'infanzia e indennità di istruzione. Ha anche rimosso politiche sanitarie obsolete che limitano il reclutamento e ha formulato un piano per ridurre a soli 10 giorni il tempo di elaborazione dei dati per il reclutamento effettivo. 

Australia e Regno Unito stanno imitando gli Stati Uniti nel creare partnership con università e programmi STEM per attrarre laureati qualificati. Entrambi stanno utilizzando processi basati su dati, aumenti salariali, opzioni di carriera flessibili e innovazione digitale per incentivare il reclutamento in settori critici incentrati sulla tecnologia. Senza misure di fidelizzazione credibili, le nuove reclute semplicemente usciranno dal sistema dopo la scadenza del primo contratto.

Anche i paesi al di fuori dell'Anglosfera hanno problemi simili. Il Giappone ha cercato di compensare le perdite di personale con l'intelligenza artificiale, l'automazione e il miglioramento degli stipendi e delle condizioni di vita dei giovani. La Germania impone ai diciottenni di compilare un sondaggio per identificare potenziali reclute. I paesi nordici attuano la coscrizione obbligatoria per ricoprire ruoli chiave emergenti. 

Se il reclutamento e il mantenimento del personale continueranno a vacillare, il problema non solo indebolirà le forze nazionali, ma metterà anche a dura prova la condivisione degli oneri tra gli alleati nella NATO e nell'AUKUS, le alleanze chiave del mondo occidentale. 

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