Articolo di George Friedman per Geopolitica Futures del 16 giugno 25
L'attacco dell’Ucraina all’interno della Russia con centinaia di droni a inizio giugno e l'attacco israeliano all'Iran presentano alcune sorprendenti somiglianze.
1. Entrambi sono avvenuti durante negoziati tra gli Stati Uniti e le nazioni colpite (Russia e Iran), negoziati che non si sono conclusi entro le scadenze stabilite da Washington.
2. Entrambi gli attacchi si sono basati su straordinarie operazioni di intelligence.
3. Gli Stati Uniti hanno negato di essere coinvolti. Ma nel caso di Israele si sa che sono stati informati in anticipo, hanno approvato l'attacco e lo hanno persino parzialmente influenzato, proibendo a Israele di uccidere il grande Ayatollah. C'è meno chiarezza su ciò che gli Stati Uniti sapevano dei piani ucraini, ma è improbabile che non sapessero dell'attacco con largo anticipo.
4. Entrambi gli attacchi avevano due scopi:
- la distruzione di una risorsa strategica (aerei a lungo raggio in Russia e infrastrutture nucleari in Iran)
- creare un profondo senso di vulnerabilità nel nemico utilizzando agenti segreti in profondità nel territorio nemico, seminando timore della presenza di ulteriori squadre segrete.
5. Nessuno dei due attacchi è stato seguito da azioni militari convenzionali.
Dal punto di vista della politica statunitense, le operazioni suggeriscono alcune riflessioni.
In primis, gli Stati Uniti mantengono un interesse significativo in queste arre. Il desiderio di disimpegnarsi dal coinvolgimento in conflitti lontani dai propri confini non è assoluto. Gli Stati Uniti mantengono importanti interessi sia in Europa sia in Medio Oriente, anche se stanno riducendo il loro coinvolgimento diretto.
In entrambi i casi, gli Stati Uniti avevano un interesse strategico che stavano perseguendo con mezzi diplomatici. In entrambi i casi, l'incapacità di raggiungere un'intesa valida entro un lasso di tempo definito è stata la premessa agli attacchi.
Questo suggerisce che
Lo scontro con l’Iran era un evento inevitabile, che non avrà conseguenze impreviste. Le radiazioni fanno sì che sia impossibile nascondere lo sviluppo di armi nucleari. Non c'è mai stata la possibilità che Teheran non venisse scoperta e che gli israeliani o gli americani non distruggessero le strutture prima che diventassero operative.
Per quanto riguarda le ripercussioni regionali, l'Iran non è ben visto nel mondo arabo, in primis perché gli iraniani non sono arabi, poi perché il sostegno dell'Iran alle forze estremiste islamiche fa paura anche ai principali stati arabi. Gli scambi di droni causano molte vittime ma non cambiano gli equilibri di potere e l’Iran non è nella posizione di muovere una guerra convenzionale contro i vicini.
Più interessante è la situazione in Ucraina. Vladimir Putin ha promesso che avrebbe vendicato l'attacco ucraino, che in realtà è stata un'operazione segreta su vasta scala. La consegna di droni in Siberia non si fa a distanza. Dopo un fallimento così grave dell'intelligence e della sicurezza russa, Putin deve fare qualcosa, eppure non l'ha fatto. Probabilmente non sa che altro gli ucraini siano riusciti a far entrare in Russia.
Le conseguenze geopolitiche dei due attacchi saranno significative, ma ancor più significativo è quanto gli attacchi ci dicono sull’evoluzione della natura della guerra e sulla mutata strategia degli Stati Uniti
I vostri commenti
Per questo articolo non sono presenti commenti.
Lascia un commento
Vuoi partecipare attivamente alla crescita del sito commentando gli articoli e interagendo con gli utenti e con gli autori?
Non devi fare altro che accedere e lasciare il tuo segno.
Ti aspettiamo!
Accedi
Non sei ancora registrato?
Registrati