Il 23 e 24 aprile 2025 India e Pakistan hanno annunciato una serie di misure radicali per ridurre i legami bilaterali, dopo un attacco terroristico nel Kashmir amministrato dall'India, in cui sono morti 26 civili e ne sono stati feriti altri 17.
Il governo indiano ha deciso la sospensione di un importante trattato che regola la condivisione delle acque del fiume Indo tra i due Paesi. Ha inoltre dichiarato persone non gradite i consiglieri militari del Pakistan a Nuova Delhi e ne ha ordinato la partenza e ha annunciato la riduzione del proprio personale diplomatico a Islamabad da 55 a 30 unità. L’india ha inoltre annunciato la chiusura del valico di frontiera di Attari-Wagah (l'unico valico terrestre operativo con il Pakistan) e il blocco del rilascio di visti speciali ai cittadini pakistani. Ha poi ordinato ai cittadini pakistani di lasciare l'India entro il 27 aprile.
IL Pakistan ha reagito chiudendo il suo spazio aereo alle compagnie aeree indiane, bloccando tutti gli scambi commerciali con l'India, comprese le merci transitate attraverso paesi terzi, e annullando i visti per i cittadini indiani (ad eccezione dei pellegrini sikh). Islamabad ha anche minacciato di ritirarsi dagli accordi bilaterali, tra cui l'accordo di Simla del 1972, che delinea i principi chiave per la gestione dei rapporti e il mantenimento della linea del cessate il fuoco in Kashmir.
Un gruppo noto come Fronte della Resistenza ha rivendicato la responsabilità dell'attacco del 22 aprile in Kashmir. Fonti della sicurezza indiana collegano da tempo il gruppo a Lashkar-e-Taiba, gruppo jihadista che ha sempre avuto legami con i servizi segreti pakistani e che ha condotto operazioni militari nel Kashmir indiano per decenni. A febbraio 2019 il gruppo Jaish-e-Mohammed, che ha sede in Pakistan, ha ucciso 40 membri delle forze di sicurezza indiane nel distretto di Pulwama del Kashmir, provocando un grave deterioramento delle relazioni tra India e Pakistan, con conseguenti scambi di attacchi aerei e scontri di confine. Più tardi quello stesso anno, l'India ha revocato lo status speciale di autonomia del Kashmir. Da allora la sicurezza nel Jammu e Kashmir è migliorata poiché le forze di sicurezza indiane hanno ora una presenza molto più massiccia. Tuttavia, in alcune zone si è sviluppata una militanza più resiliente. Le precedenti ondate di attacchi rivendicate dal Fronte di Resistenza hanno provocato esodi di massa.
La sospensione del trattato sulle acque dell'Indo è una battuta d'arresto importante nei rapporti tra India e Pakistan, che col tempo potrebbe minacciare le risorse idriche e la stabilità agricola del Pakistan. Il trattato, firmato nel 1960, ha resistito a numerose guerre e a periodi di forte tensione, rappresentando un raro esempio di cooperazione transfrontaliera duratura in materia di acque nell'Asia meridionale. Una sua brusca sospensione rischia di causare un deterioramento prolungato delle relazioni bilaterali.
Negli ultimi anni il commercio tra India e Pakistan è diminuito notevolmente. Nel 2022-23 le esportazioni dell'India verso il Pakistan sono ammontate a soli 627,1 milioni di dollari, in forte calo rispetto a 1,92 miliardi di dollari nel 2017-18. Le importazioni dal Pakistan hanno visto un calo da 488,5 milioni di dollari nel 2017-18 a soli 20,11 milioni di dollari nel 2022-23.
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