Sotto al titolo ’Il nuovo antisemitismo’, Bollati Boringhieri ha appena pubblicato sette articoli o saggi inediti di Jean Pierre Améry, tradotti da Giulio Schiavoni:
La mia ebraicità, del 1978
L’antisemitismo rispettabile, del 1969
La sinistra e il ‘sionismo’ del 1969
Ebrei, sinistra, ebrei di sinistra, un problema politico che muta i propri contorni, del 1973
Il nuovo antisemitismo, del 1976
L’antisemitismo rispettabile, intervento in occasione della Settimana della Fratellanza. Dopo aver visto Israele coi miei propri occhi, del 1976
I confini della solidarietà. Gli ebrei della diaspora e Israele, del 1977
Sono testi densi, profondi, che per la loro attualità sembrano scritti oggi e proprio per questo stimolano riflessioni su come la profonda paura dell’Ebreo radicata in millenni di storia della civiltà cristiana continui a produrre atteggiamenti e sentimenti antisemiti, che oggi assumono la veste di antisionismo.
Jean Pierre Améry (pseudonimo di Hans Mayer), ebreo viennese di famiglia perfettamente assimilata e laica, nasce nel 1912 e patisce tutte le offese, le torture, le indegnità che cadono sugli ebrei d’Europa negli anni 1938-1945. Ad Auschwitz conosce Primo Levi; come Levi riesce a sopravvivere e diventa giornalista e scrittore; come Levi muore suicida, nel 1978, poco dopo aver scritto il saggio che appare per primo nella raccolta appena pubblicata, la dolorosa eppur orgogliosa riflessione su ‘la mia ebraicità’.
Pubblichiamo la registrazione della presentazione della figura tragica ed eroica di Jean Pierre Améry, fatta da Giulio Schiavoni, Alberto Cavaglion e Riccardo Morello, la sera del 5 marzo 2025.
Suggeriamo agli amici di voler leggere anche altri testi di Améry, che danno la misura di quanto il suo pensiero sia libero e non convenzionale: Sull’invecchiare e Charles Bovary. Medico di campagna. Ritratto di un uomo semplice.
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