16
Novembre
2025
Il ruolo degli Emirati Arabi Uniti nella guerra civile sudanese
Il Sudan ospita 570 tribù, 57 gruppi etnici e quasi 60 movimenti separatisti. Subito dopo l’indipendenza nel 1956, la parte meridionale del paese prese le armi contro il governo di Khartoum per protestare contro la povertà, la sottorappresentazione politica e il proselitismo islamico forzato. Nel 2011, dopo decenni di conflitti etnici e religiosi, il Sud Sudan si è staccato ufficialmente, diventando un altro stato sovrano.
Anni prima era scoppiato un conflitto armato tra beduini nomadi arabi e tribù africane stanziali nel Darfur, la regione occidentale del Sudan che si estende ai confini tra Libia e Ciad. La ribellione era dovuta alle politiche razziste perseguite dall'ex presidente Omar al-Bashir contro le tribù non arabe. L'esercito sudanese subì pesanti sconfitte, soprattutto a el-Fasher, capitale del Darfur settentrionale. Al-Bashir, presidente del Sudan, rispose armando milizie arabe di beduini e pastori, note come Janjaweed, per fiancheggiare l'esercito nel contrastare i ribelli che chiedevano un federalismo esteso.
 
14
Ottobre
2025
La Cina, leader nell’energia verde, conquista il sud del mondo

In materia di energia Washington e Pechino seguono percorsi divergenti che avranno importanti implicazioni per la leadership globale e il potere geoeconomico nel XXI secolo.

Gli Stati Uniti hanno messo in discussione la sostenibilità dell’energia verde e raddoppiato l'uso dei combustibili fossili. La Cina si è invece data l'obiettivo di eliminare la propria dipendenza da petrolio e gas naturale d’importazione e diventare il leader globale nella produzione di energia verde. L’Africa – che ospita il 60% delle migliori risorse solari al mondo e ha un cronico deficit di energia – è il banco di prova dele ambizioni di Pechino.

12
Settembre
2025
Il significato dell'incursione di droni russi in Polonia

Il 9 settembre 2025 oltre 20 droni russi (fra cui anche i Gerbera cinesi) hanno attraversato lo spazio aereo polacco durante un grande attacco contro l'Ucraina, costringendo Varsavia a chiudere gli aeroporti, disarmare le difese e abbattere i droni intrusi. La NATO ha fornito assistenza alla polonia in queste operazioni. La Polonia ha successivamente invocato l'articolo 4 del trattato NATO, che non innesca la difesa collettiva (quella è prevista dall'articolo 5), ma funge da campanello d'allarme per potenziali azioni, mobilitando risposte politiche e militari coordinate. 

09
Giugno
2025
Turchia e Arabia Saudita, traballanti pilastri della strategia USA per il Medio Oriente.

La politica estera dell'amministrazione Trump si basa sul presupposto che alleati e partner assumano la guida della sicurezza nelle proprie regioni. In Medio Oriente questa responsabilità ricade principalmente su Turchia e Arabia Saudita, le due principali potenze sunnite, ma di etnia e lingua diverse. I due stati sembrano al momento allineati, ma sono in concorrenza per l’egemonia regionale. La loro capacità di collaborare dipende non solo dalle relazioni bilaterali, ma anche da quelle con Israele e Iran. Il principale teatro di collaborazione-competizione oggi è la Siria, che è diventata il centro di gravità regionale dopo la caduta del regime di Assad a dicembre 2024. Anche l’'Iran, benché espulso dal Levante, non abbandona la sua politica di espansione egemonica e rimane trincerato al confine orientale della Siria, in Iraq. Nel frattempo Israele ha istituito una zona cuscinetto militare oltre le alture del Golan, al confine con la Siria.

27
Maggio
2025
Il ruolo cruciale del Pakistan nella strategia militare cinese

L’attacco aereo dell’India al Pakistan dello scorso 7 maggio, in rappresaglia dell’attacco terroristico in Kashmir di due settimane prima, ha costituito il primo test importante per i sistemi aerei di fabbricazione cinese, usati con competenza dai Pakistani.

26
Maggio
2025
Rifugiati e sfollati in Africa

Dei conflitti in corso in Africa i nostri media parlano poco, ma a fine 2024 avevano causato ben 45 milioni di “sfollati”, cioè di persone che debbono abbandonare case e averi, lavoro, scuola e inserimento nella vita della società. La maggior parte sono sfollati interni, che vengono internazionalmente definiti “Internally Displaced Persons” o IDP’s. Milioni di persone hanno attraversato i confini come “refugees” (rifugiati e/o richiedenti asilo), ma gli sfollati interni (IDP’s) a seguito di guerre civili vivono condizioni peggiori, perché privi di assistenza dall’estero e di protezione dalle diverse milizie in guerra fra loro.

 

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