Tensione fra Cina e Occidente: l’opinione di Francesco Sisci

14/04/2023

Il 5 aprile 2023 il sinologo Francesco Sisci ha pubblicato su Settimana News un articolo in inglese (China’s war labyrinth), in cui sembra mettere in guardia la classe dirigente cinese da errori di prospettiva nella valutazione della forza (o della debolezza) delle democrazie occidentali.

“I tamburi di guerra risuonano più forti in Cina, scrive Sisci. Da almeno tre anni la propaganda avverte che la Cina deve prepararsi alla guerra − frase vaga nella retorica del Partito comunista cinese. Ma da prendere sul serio perché, in passato, il presidente cinese Xi Jinping ha sempre fatto quello che diceva”. Il budget dell'Esercito popolare di liberazione (PLA) cresce, l’equipaggiamento militare migliora per qualità e quantità. Pechino teme che l’egemonia militare americana imporrà costrizioni alle ambizioni della Cina e in reazione avvia un circolo vizioso che può intensificarsi molto rapidamente.

L'attrito USA-Cina potrebbe trasformarsi in una guerra a tutti gli effetti, perché ci sono tanti – troppi − punti critici intorno alla Cina: Taiwan, il Mar Cinese Meridionale, la Corea del Nord, le isole Senkaku, il confine indiano.

L'America sa che i conflitti sono difficili da prevedere. Si sa come e quando iniziano, ma è molto difficile immaginare quando e come finiranno. Gli USA non si buttano nei conflitti in modo avventato. Ma una guerra limitata con la Cina potrebbe non essere un disastro per gli Stati Uniti: nella loro storia hanno sempre avuto qualche guerra in corso.

La Cina sta valutando tutti i rischi e soppesando attentamente tutte le possibilità? Sta scegliendo consapevolmente quale strada percorrere? Da vent’anni si fa un gran parlare del declino americano, la Cina risuona dell’eco di questo parlare. Ma sa valutare la realtà occidentale?

Sisci qui ricorda incisivamente la differenza fondamentale fra la cultura occidentale e quella cinese, che può indurre a errori fatali di valutazione. Il pensiero occidentale, dice Sisci, proviene da una tradizione sacerdotale: i filosofi trattavano con gli dei. I filosofi cinesi erano burocrati che gestivano i rapporti fra i livelli superiori (fino all’imperatore) e quelli inferiori della società (fino ai servi della gleba).

Il principio del pensiero greco era la ricerca della verità, assoluta e indipendente da ogni altra condizione. Il principio del pensiero cinese era il Tao, la Via, cioè il percorso per risolvere i problemi, per lo più di natura umana, tra governanti, natura e popolazione. Se scoppiavano conflitti tra governanti e popolazione, la Via doveva essere recuperata. Il funzionario-filosofo cercava di recuperare la Via mediando, ma quando la mediazione era impossibile non poteva che schierarsi, o dalla parte del popolo o dalla parte del sovrano. Il Tao è relazionale, dunque ha bisogno di essere radicato qua o là, idealmente su entrambi i lati. Nella tradizione cinese i conflitti sono rari, quando esplodono sono drammatici, portano all'eliminazione dell'avversario, colpevole di un delitto capitale: aver spezzato la Via, aver procurato il crollo di uno dei suoi fondamenti. Il conflitto porta sempre allo sterminio del perdente. Nella storia cinese le dinastie passate sono sempre state spazzate via insieme alla loro classe dirigente. Ogni dinastia inizia una nuova epoca storica, riapre la Via e cancella il passato, riprende a calcolare gli anni dall’avvio della nuova era.

In Occidente i conflitti sulla verità sono costanti e non necessariamente drammatici. Gli aristocratici dei regni passati sopravvivevano quasi sempre. Gli scontri scoppiano su questioni di principio, ma oggi i conflitti ideologici proseguono mentre continua la vita normale. La maggioranza dei conflitti riguardano la distribuzione o l'acquisizione di ricchezza, ma oggi si cerca di riequilibrare il sistema purché continui a funzionare. Essendo costanti, i conflitti non implicano necessariamente l’eliminazione del nemico per le democrazie occidentali. Le guerre limitate sono, tutto sommato, le migliori nel perseguimento dei propri fini.

 

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