L’esplorazione lunare ricomincia (finalmente!)

11/09/2023

Quando la spedizione lunare NASA portò il primo essere umano sulla luna (20 luglio 1969), fui certa che attorno ai miei 60 anni avrei partecipato ad un viaggio sulla luna anch’io. Ero pronta a pagare e rischiare. Ora sono nel mio 84° anno di età e so che non soltanto non metterò piede sulla luna, ma non riuscirò neppure a vederla da vicino. Mi ha sempre molto infastidito sbagliare le previsioni − questa come altre. Ma l’errore e la delusione sono anche le molle che mi hanno spinto a studiare geopolitica e geostoria dopo aver terminato ogni altro lavoro e ogni altro impegno, e a creare la Fondazione (ora Associazione).

Ora la corsa allo spazio è ripartita e la presenza umana sulla luna è considerata il necessario punto di partenza per lo sfruttamento dello spazio profondo. Ma i risultati divergenti delle recenti missioni lunari dimostrano quanto siamo ancora lontani dal poter colonizzare il pianeta.

Il 23 agosto 2023 la missione Chandrayaan-3 dell'Organizzazione indiana per la ricerca spaziale (ISRO) e il suo lander lunare Vikram hanno eseguito con successo un allunaggio morbido vicino al polo sud lunare. L’India è così diventata il quarto paese al mondo ad eseguire un allunaggio morbido, dopo Unione Sovietica, gli Stati Uniti e la Cina – ma il primo a farlo vicino al polo sud lunare, dove si ritiene che si trovino i crateri con alte concentrazioni di acqua ghiacciata. Tre giorni prima il lander Luna-25 dell'agenzia spaziale russa Roscosmos, che sperava di battere l'India nella corsa verso il polo sud lunare, si è invece schiantato. Ad aprile 2023 il lander Hakuto-R della giapponese Ispace si è schiantato sulla luna dopo aver esaurito il carburante.

A novembre 2023 la statunitense Intuitive Machines intende lanciare il proprio lander lunare verso il polo sud. Intuitive Machines è una delle due aziende che si sono aggiudicate ordini nell'ambito del programma della NASA di Commercial Lunar Payload Services. Anche la seconda società, Astrobotic, prevede di lanciare presto il suo lander lunare Peregrine. Il lander è pronto, ma il suo lanciatore, il Vulcan Centaur, sarà pronto soltanto verso la fine dell’anno. Né la NASA né le aziende private americane hanno tentato un atterraggio morbido sulla luna dopo la missione Apollo 17 del 1972.

Dalla metà degli anni ’70 fino al 2013 gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica (e poi la Russia) hanno spostato l’attenzione sull’orbita terrestre bassa (LEO) e sulla creazione di stazioni spaziali in orbita. L’ascesa economica e tecnologica della Cina le ha permesso di diventare una delle potenze spaziali del mondo, superando per molti aspetti i Russi e quasi eguagliando gli americani. Poi anche l’India è diventata una grande potenza spaziale. Nel frattempo la commercializzazione dell’industria spaziale negli Stati Uniti, guidata da aziende come SpaceX, ha ridotto drasticamente i costi dell’esplorazione spaziale, consentendo anche a società spaziali private di unirsi alla corsa.

Stati Uniti, Russia e Cina stanno immaginando missioni spaziali con equipaggio, per stabilire una presenza umana permanente o a lungo termine sulla luna, dove però occorre avere acqua e altre risorse naturali. Se si trovasse il ghiaccio d’acqua sulla luna, si potrebbe pensare di colonizzarla.

Nel 2030 la Cina vorrebbe portare i suoi primi austronauti, chiamati taikonauti, sulla luna. La missione prevede due lanci separati, uno per il lander e successivamente quello per i taikonauti. L'agenzia spaziale cinese sta anche collaborando con la russa Roscosmos per costruire una base lunare congiunta, la Stazione Internazionale di Ricerca Lunare, entro la metà degli anni '30. La Cina ha già effettuato tre atterraggi morbidi sulla luna. La prossima missione cinese, Chang'e 6, provista nel 2024, mira a riportare a terra campioni di suolo dal bacino del Polo Sud-Aitken, sul lato nascosto della luna.

Gli Stati Uniti perseguono le varie tappe del programma Artemis, avviato nel 2022 con un volo di prova della navicella spaziale Orion, che ha usato un nuovo sistema di lancio della NASA. La missione Artemis II, prevista provvisoriamente per il 2024, poterà un equipaggio a sorvolare e osservare da vicino la luna. Artemis III, provvisoriamente prevista per il 2025, mira a riportare gli astronauti sulla superficie lunare.

Il programma spaziale indiano negli ultimi dieci anni è diventato quasi autoctono, non più dipendente dalla collaborazione con altri paesi. Oltre la missione lunare, l’India ha sviluppato l’Indian Deep Space Network, una rete di antenne per le comunicazioni tra i veicoli spaziali interplanetari. Ha anche completato un proprio sistema di navigazione satellitare regionale, che le consentirà di essere indipendente dai sistemi di navigazione satellitare stranieri, come il GPS degli Stati Uniti. Nel 2019 l’India ha eseguito con successo un test sulle armi anti-satellite (ASAT). L’India ha anche oltre 140 startup spaziali commerciali, che attirano ogni anno investimenti di molti milioni di dollari, è cioè diventata una potenza tecnologica di primo livello, anche dal punto di vista commerciale.

Per la Russia invece il fallimento della missione Luna-25 segna una grave battuta d’arresto. È stata la prima missione lunare dell'Unione Sovietica/Russia in quasi 50 anni, nonché il terzo tentativo fallito nella missioni di esplorazione planetaria dopo la fine dell'Unione Sovietica. Tutti gli ingegneri e gli scienziati coinvolti nei programmi sovietici di successo degli anni ’70 e ’80 sono morti o in pensione. La Russia deve essenzialmente reimparare, riprogettare e ricostruire il suo programma di esplorazione planetaria, ma l’esodo dalla Russia di scienziati e ingegneri negli ultimi anni ha fatto sì che il paese sia rimasto indietro in settori essenziali come la robotica, i semiconduttori, l’hardware e il software. Nel 1996 la Russia lanciò una missione su Marte che fallì, nel 2011 tentò la missione Phobos-Grunt per provare ad atterrare su Phobos, una delle lune di Marte, ma la navicella spaziale non riuscì neppure a lasciare l’orbita terrestre.

Cina e Russia hanno in progetto la costruzione della Stazione Internazionale di Ricerca Lunare, una base lunare congiunta. Pakistan, Emirati Arabi Uniti e Venezuela sono i soli altri paesi che hanno aderito all’iniziativa. La Cina dovrà probabilmente sviluppare investimenti e capacità di gran lunga superiori a quelle degli altri paesi, perché l’iniziativa abbia successo. 

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