La politica russa degli anni Duemila verso i paesi dell’ex Unione Sovietica
Un riassunto

25/02/2014

Per la Russia gli anni Novanta hanno rappresentato il caos e l'inizio del XXI secolo la ricostruzione. A partire dai primi anni Duemila il Cremlino è tornato a imporre la propria autorità sullo spazio ex sovietico ma ha anche dovuto arginare la crescente influenza che la NATO e l'UE esercitano ai confini della regione.

Ecco alcuni degli episodi più significativi della storia recente dei paesi ex sovietici e i tentativi da parte russa di riaffermare la propria egemonia sulla regione.

 

L'espansione della NATO nello spazio ex sovietico

2 aprile 2004. Nella primavera del 2004, tre ex repubbliche sovietiche – Estonia, Lettonia e Lituania – entrano a far parte della NATO, insieme ad altri stati dell'Europa Centrale. L'adesione del 2004 ha concluso un processo di avvicinamento iniziato negli anni Novanta, quando il Cremlino era troppo concentrato a consolidare la politica interna della Russia per riuscire a fermare l'espansione della NATO.

 

Le rivoluzioni colorate mettono alla prova il Cremlino

3 dicembre 2004. La Rivoluzione delle Rose iniziata in Georgia nel 2003 si conclude con l'elezione del presidente filooccidentale Mikhail Saakashvili. In Ucraina, la Rivoluzione Arancione del 2004 porta alla vittoria della coalizione filooccidentale. Il successo di questi movimenti al di là dei confini occidentali e meridionali della Russia dimostra che Mosca ha fallito nel suo tentativo di influenzare la transizione politica negli stati ex sovietici.

 

La Russia gioca la carta dell'energia

2 Gennaio 2006. La Russia prima aumenta i prezzi e poi interrompe la fornitura del gas diretto in Ucraina per esercitare pressione politica su Kiev. Dato che gran parte del gas russo diretto in Europa transita attraverso l'Ucraina, anche il resto d'Europa è coinvolto nella crisi. Il Vecchio Continente dipende dal gas russo e non può ignorare il ruolo politico ed economico del Cremlino. La crisi del gas tra Ucraina e Russia accentua inoltre incomprensioni e fratture già esistenti all'interno della Coalizione Arancione.

 

Il Summit NATO a Bucarest mina gli interessi russi nella regione

3 Aprile 2008. Durante il summit di Bucarest gli stati membri della NATO non riescono a raggiungere un accordo circa l'adesione di Ucraina e Georgia, ma si impegnano a sostenere i loro sforzi tesi a un'eventuale adesione. Viene approvato ufficialmente il piano statunitense che prevede l'installazione del sistema di difesa antimissile in Polonia e Repubblica Ceca. La Russia ha bisogno dell'Ucraina per difendersi, poiché il Cremlino ritiene che lo scudo antimissile statunitense sia una minaccia alla sicurezza del paese.

 

La Russia riafferma il proprio potere militare

7-12 Agosto 2008. Guerra tra Russia e Georgia. La NATO riflette sul da farsi. Lo sviluppo dei fatti dimostra a Mosca che l'Occidente non accorrerà in aiuto degli stati ex sovietici in caso di scontro diretto. La Russia ha invaso la Georgia per ristabilire la credibilità del proprio esercito, riaffermare la propria autorità sulla regione e ostacolare il processo di adesione della Georgia e di altri stati ex sovietici − come l'Ucraina – alla NATO. L'offensiva militare russa ha anche mandato un chiaro messaggio agli altri stati ex sovietici, che hanno ridimensionato le loro prospettive. Il Kazakhistan stava progettando di esportare petrolio verso Occidente tramite rotte non russe, ma ci ha ripensato; dopo l'inizio delle ostilità l'Ucraina e il Kazakhistan hanno interrotto il commercio di armi con la Georgia.

 

Governi filo-russi al potere dopo rovesciamenti politici

13 gennaio 2010. A partire dal 2010 i cambiamenti introdotti in alcuni stati ex sovietici dalle rivoluzioni colorate sono stati pian piano annullati. Nel gennaio 2010 le elezioni presidenziali in Ucraina riportano al potere Viktor Yanukovich, sancendo il lento declino politico dei partiti che avevano capitanato la Rivoluzione Arancione e ristabilendo una più stretta collaborazione tra Mosca e Kiev. Nell'aprile del 2010, dopo la deposizione dell'ex presidente del Kirghizistan Kurmanbek Bakiyev, la politica estera kirghisa ritorna a guardare verso la Russia. Dopo le elezioni parlamentari del 2012 anche in Georgia si è verificata un'importante transizione politica: la coalizione Sogno Georgiano, capitanata da Bidzina Ivanishvili, ha sconfitto i vincitori della Rivoluzione delle Rose. Tra le sue promesse spicca il miglioramento delle relazioni tra Georgia e Russia.

 

L'Unione Doganale demarca la sfera di influenza economica della Russia

6 Luglio 2010. L'Unione Doganale, trainata dalla Russia, è uno degli strumenti a disposizione del Cremlino per rafforzare l'integrazione politica ed economica tra i suoi membri: Russia, Kazakhistan e Bielorussia. Non intende ricreare l'Unione Sovietica, ma instaurare un'alleanza più blanda, nella quale Mosca non sarà responsabile degli affari interni degli altri stati. Anche Armenia e Kirghizistan prevedono di aderirvi. Grazie all'Unione Doganale la Russia tornerà a esercitare un'importante influenza economica sullo spazio ex-sovietico.

 

La Russia vuole imporre la propria autorità in Ucraina, Moldavia e Georgia

27 Novembre 2013. La pressione e la promessa di incentivi da parte russa convincono l'amministrazione Yanukovich a non firmare l'accordo di associazione con l'UE. Durante il vertice di Vilnius la Georgia e la Moldavia fanno invece passi avanti verso l'UE. Mentre divampano le proteste contro la decisione dell'amministrazione Yanukovich, e mentre Georgia e Moldavia subiscono pressioni da parte russa e tentano di gestire le loro regioni separatiste filo-russe, la lotta per l'influenza nello spazio ex-sovietico continua, ma è indiscutibile che la Russia si trovi al momento in una posizione di maggiore potere.

 

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