Le difficoltà
di una tregua

21/11/2012

Il problema da risolvere per raggiungere una tregua fra Israele e Gaza è: chi può dare ragionevoli garanzie a Israele che la tregua a Gaza non sia usata per rimpinguare la scorta di razzi e missili e ricominciare  gli attacchi con armi più pericolose? Questa domanda si può frammentare in una serie di altre domande, che rivelano la complessità della questione. 

Israele può fidarsi delle garanzie del  governo egiziano condotto dai Fratelli Musulmani, quando gli stessi Fratelli Musulmani e la piazza egiziana chiedono  di porre fine al blocco della frontiera con Gaza, e persino il ripudio del trattato di  pace con Israele? Come si può vedere nella mappa a fianco il varco di Frontiera di Rafah è controllato dall’Egitto. Il governo di Mubarak svolgeva una ragionevole sorveglianza sul contrabbando, per cui almeno i  grandi razzi ed i missili non passavano. Passavano armamenti più leggeri, ma non razzi e missili di media  e lunga gittata. Ora invece i razzi ed i missili iraniani di media gittata sono tranquillamente arrivati a Gaza.

Israele può fidarsi delle informazioni di intelligence per valutare se i razzi Fajr5 sono stati tutti usati o distrutti, o se ne rimangono ancora? Per saperlo con certezza dovrebbe entrare a Gaza: che potrebbe essere quanto si appresta a fare.

Anche dopo una eventuale offensiva di terra per eliminare le armi più pericolose, cui seguirebbe certamente una tregua, rimane aperta la questione dell’Iran. E’ l’Iran che arma le milizie più pericolose in Medio Oriente, è l’Iran che le addestra. Shimon Peres ha detto il 19 novembre in una intervista alla CNN mirata soprattutto ad un uditorio americano che l’Iran è ‘un problema  del mondo’, cioè – in termini concreti - un problema che non si può affrontare senza  gli Stati Uniti. E gli USA paiono aver deciso di non affrontarlo affatto, ma di lasciare che siano le forze regionali, cioè gli stati del medio oriente stesso, a mantenere un costante livello di allerta e di azioni di guerra per contrastare l’Iran e le milizie che l’Iran arma e sobilla in tutto il mondo islamico.  

Il discorso di Shimon Peres alla CNN è un richiamo agli Stati Uniti e ‘al mondo’ perché si assumano la responsabilità di garantire che l’Iran non possa continuare impunemente ad armare ed addestrare gruppi che destabilizzano gli stati della regione e alimentano una costante guerriglia, che ogni tanto sfocia in guerra aperta, con conseguenti stragi. Hillary Clinton il 20 novembre  al Cairo non ha offerto l’impegno degli USA per far sì che le armi iraniane non affluiscano più a Gaza: senza questo impegno, non ci sono le condizioni per raggiungere un accordo affidabile fra le altre parti.  

Lascia un commento

Vuoi partecipare attivamente alla crescita del sito commentando gli articoli e interagendo con gli utenti e con gli autori?
Non devi fare altro che accedere e lasciare il tuo segno.
Ti aspettiamo!

Accedi

Non sei ancora registrato?

Registrati

I vostri commenti

Per questo articolo non sono presenti commenti.