La Commissione Europea
multa i monopoli energetici

14/07/2009

L’8 luglio 2009 la Commissione Europea ha multato due delle maggiori aziende energetiche dell’Europa, la tedesca E.ON e la francese GDF Suez, per un valore di un miliardo di euro, per violazione  delle norme  anti-monopolio dell’Unione Europea. Secondo la Commissione i due colossi si sono segretamente accordati per dividersi il mercato, ostacolando la libera concorrenza a danno dei consumatori.   Quando Barroso ha assunto la carica di Presidente nel 2004, la Commissione ha iniziato una battaglia contro i monopoli energetici – specialmente dopo i tagli russi di gas naturale nel 2006 – per diversificare le fonti di approvvigionamento e per aumentare la competizione, privilegiando i produttori locali, specialmente quelli indipendenti che producono energia dal gas naturale liquefatto.     Questo progetto è stato osteggiato dalle grandi aziende energetiche europee, incluse la E.ON, la GDF e l’italiana Eni, che controllano la maggior parte della produzione di energia in Europa (idroelettrica, termoelettrica e nucleare), il suo trasporto e la sua distribuzione.   La Commissione Europea ha elaborato un piano di “ownership unbundling” (frazionamento della proprietà) che prevede che i colossi energetici scorporino la distribuzione e il trasporto dalla produzione e la cedano a terzi.   Finora Francia, Italia e Germania hanno frapposto ostacoli di varia natura alla ‘ownership unbudling’ delle proprie grandi aziende energetiche, e la Commissione ha deciso di mostrare i muscoli e applicare le multe. Ora seguiranno anni di ricorsi e di procedure legali, lente e costose.     In realtà il controllo della produzione e distribuzione di energia è un elemento di valore strategico per la politica degli stati, ed è pienamente comprensibile che gli stati nazionali siano riluttanti a cedere questo elemento di potere. È una questione da affrontare e risolvere a livello politico,  sviluppando una politica energetica unitaria per tutta Europa, ma  la Commissione Europea può affrontarla soltanto da un punto di vista economico e tecnico-legale, dato che non ha  autorità politica sovranazionale.    

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