La Russia
stringe la presa sul Caucaso

03/07/2009

Il 29 giugno 2009 la Russia ha firmato un accordo con l’Azerbaigian sulle importazioni di gas naturale. Mosca importerà 0,5 miliardi di metri cubi all’anno di gas - che in un secondo momento diventeranno 1,5 – pagando 350 dollari ogni mille metri cubi, il più alto prezzo che la Russia abbia mai pagato nel Caucaso o in Asia centrale – il gas turkmeno e uzbeko costano 300 dollari ogni mille metri cubi. La Russia ricava dalla vendita del gas all'Europa occidentale meno di  300 dollari ogni mille metri cubi: questo significa che Mosca acquista il gas dai paesi del Caucaso -che poi mescola con il gas estratto dai propri giacimenti - a prezzi superiori al proprio (attuale) prezzo di vendita, pur di mantenere il controllo sul mercato.      Questo accordo sancisce l’inizio di una collaborazione fra Mosca e Baku. La Russia infatti vuole mettere le mani sul gas naturale azerbaigiano ed evitare che l’Europa riesca a diversificare le fonti di approvvigionamento energetico. Se il Cremlino riuscirà a deviare tutto il gas dell’Azerbaigian attraverso la Russia, avrà un’arma in più da utilizzare per ottenere concessioni politiche dall’Unione Europea.   L’Azerbaigian, grazie allo sviluppo dei giacimenti di Shah Deniz, è diventato un importante esportatore di gas – quest’anno la produzione si aggirerà intorno ai 9 miliardi di metri cubi e continuerà ad aumentare nei prossimi anni.   L’Europa sperava di poter mettere le mani sui giacimenti di Shah Deniz e ridurre la dipendenza dal gas naturale russo, dal momento che i progetti di sviluppo erano stati affidati ad un consorzio la cui quota di maggioranza è in mano alla BP e alla StatoilHydro (entrambe europee). Il gas estratto avrebbe dovuto essere immesso nel gasdotto Nabucco, da cui avreebbe  poi proseguito verso l’Europa attraverso la Turchia.   Purtroppo il consorzio europeo non è riuscito a  influenzare le scelte di Baku, che ormai sembra aver optato per una partnership con la Russia. Inoltre in questa fase l’Azerbaigian non vuole che la Turchia sia favorita in nessun modo, dato che ha avviato negoziati di pace con l’Armenia – con cui Baku ha tuttora un contenzioso per la questione del Nagorno-Karabakh (vedi link).     Il Cremlino andrà certamente in perdita, ma pur di mettere le mani sul gas azerbaigiano è disposto a tutto. Con ogni probabilità alla fine della crisi aumenterà il prezzo del gas ai paesi europei per rifarsi del danno economico.   Fonte: Strategic Forecast      

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