Elezioni in Libano
Hezbollah verso la vittoria?

05/06/2009

Liberamente tratto da una analisi di Mordechai Kedar per BESA CENTER (Begin-Sadat center for Strategic Studies)   24 maggio 2009   Il 7 giugno prossimo la popolazione libanese si recherà alle urne per rinnovare il parlamento. Vi sono buone probabilità che Hezbollah riesca a ottenere la maggioranza.   Secondo la costituzione libanese attuale – elaborata tenendo conto della situazione degli anni ’30 - i principali portatori di diritti  politici in Libano non sono i singoli individui, ma le comunità etniche: i Musulmani Sunniti, gli Sciiti, i Drusi e i Cristiani. Attualmente ogni cittadino elegge un rappresentante della propria comunità etnica, identificata in base alla zona di residenza.   Ogni comunità ha già diritto a un certo numero di seggi assegnati prima delle elezioni. La divisione dei seggi però non corrisponde più alla forza reale delle singole comunità: quando il Libano fu fondato nel 1943 la comunità cristiana era la più numerosa – secondo il primo ed ultimo censimento del 1942 – ma negli ultimi 60 anni il numero dei Cristiani è diminuito drasticamente a causa del basso tasso di natalità e dell’emigrazione, mentre il numero degli sciiti è cresciuto esponenzialmente. Attualmente quindi la popolazione sciita costituisce oltre la metà della popolazione del Libano, ma  ha soltanto un quarto dei seggi – come i Cristiani, la cui percentuale si aggira intorno al 10-15%.     Nel corso degli anni le comunità hanno iniziato a uscire dagli schemi e a formare coalizioni: la più importante è la Coalizione 14 Marzo guidata da Sa’ad Al-Hariri, figlio di Rafiq Al-Hariri, assassinato nel febbraio del 2005. Al momento questa coalizione detiene la maggioranza parlamentare e vuole che il Libano rimanga uno stato pluralistico e democratico in stile occidentale.   Il partito sciita Hezbollah, con a capo Nasrallah, è appoggiato anche dai membri di altre comunità guidati da Michel ‘Aoun, un cristiano a capo di un piccolo partito. Anche i Drusi si sono schierati a fianco di Hezbollah perché hanno capito che prima o poi gli sciiti prenderanno il controllo del paese, dato che l’equilibrio demografico sta cambiando rapidamente. Inoltre la forza militare degli sciiti è superiore a quella dell’esercito e le infrastrutture civili ed economiche di Hezbollah, dalle industrie alle organizzazioni no-profit, sono ormai presenti ovunque sul territorio libanese e fioriscono grazie ai finanziamenti iraniani. Si può affermare che la rete di Hezbollah rappresenti ormai una sorta di “stato all’interno dello stato”.      Le forze anti-Nasrallah si sentono tradite dalla comunità internazionale, che non ha fatto nulla per smantellare l’arsenale di Hezbollah o per bloccare i rifornimenti di armi provenienti dall’Iran. Il mondo non reagì nemmeno quando nel 2008 Hezbollah prese militarmente il controllo di Beirut chiudendo il canale televisivo dell’opposizione, Al.Mustaqabal.   Hezbollah intende rivedere la costituzione e cambiare il sistema elettorale – ovviamente il movimento sciita vuole modificare la legge in modo da permettere l’elezione diretta dei parlamentari senza tenere conto della suddivisione in comunità – ma per modificare la costituzione ha bisogno della maggioranza del parlamento. Hezbollah sta usando ogni mezzo per attrarre voti – dalla corruzione, all’intimidazione, allo spauracchio di un nuovo attacco israeliano. Inoltre negli ultimi anni gli sciiti, grazie al denaro iraniano, hanno acquistato numerose terre e attività nelle vicinanze della aree cristiane, con lo scopo di spingere gli abitanti locali ad andarsene.   Le prospettive sono alquanto grigie: il Libano sta per finire nelle mani di estremisti islamici finanziati dall’Iran, ma il mondo occidentale non sembra essere minimamente interessato.    Presto lo scenario mediorientale potrebbe cambiare, e sarà forse troppo tardi per intervenire.   

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