Arabia Saudita
Gli Sciiti chiedono rispetto

26/05/2009

24 maggio 2009

 

Negli ultimi mesi la minoranza sciita dell’Arabia Saudita ha iniziato con forza a rivendicare i propri diritti. Recentemente un imam della Kaaba alla Mecca, lo sceicco Adil al-Kalbani, ha dichiarato che i membri del clero sciita non dovrebbero poter accedere al più alto consiglio religioso del regno, il Consiglio Supremo degli Ulema,  poiché sono a tutti gli effetti degli apostati. Al-Kalbani, figlio di un immigrato nero, è stato scelto all’inizio dell’anno da Riyadh proprio per contrastare le accuse di razzismo frequentemente rivolte alla casa reale. Ma le parole dell’imam nero hanno infiammato gli animi della comunità sciita saudita – circa il 20% della popolazione - concentrata soprattutto nella regione orientale del paese – che ha chiesto a gran voce le dimissioni di al-Kalbani.   

A partire dallo scorso febbraio, quando i fedeli sciiti e le forze di sicurezza si sono scontrati a Medina, la tensione ha continuato ad aumentare. A marzo un membro del clero sciita, lo sceicco Nimr Baqer al-Nimr, ha dichiarato durante un sermone che la comunità sciita avrebbe optato per la secessione dal regno se i suoi diritti non fossero stati rispettati. Gli attuali scontri fra gli Sciiti e i Wahabiti non rappresentano una novità, ma fino agli incidenti di Medina la situazione era decisamente più calma.

Il governo saudita ha recentemente avviato un processo di riforma politica e religiosa con il chiaro intento di arginare l’ultra-conservatorismo wahabita dell’establishment religioso. Nell’ottica dei Sauditi la comunità sciita dovrebbe essere integrata all’interno delle strutture religiose del paese, specialmente dopo l’ingresso degli ulema delle scuole giuridiche Hanafita, Malikita e Shafiita nel Consiglio Supremo degli Ulema – dove per decenni l’unica scuola ammessa è stata quella wahabita di Hanbali.

Per ora non vi sono prove di un ingresso immediato degli Sciiti nell’establishment religioso saudita, ma gli ulema wahabiti si sentono minacciati: da una parte infatti lo stato sta promuovendo le riforme in maniera piuttosto aggressiva e dall’altra la comunità sciita sta velocemente prendendo consapevolezza di sé.

La realtà regionale sta cambiando velocemente: con l’ascesa della potenza iraniana i gruppi sciiti come Hezbollah in Libano, o al-Houthi Zaydi nello Yemen meridionale, sono diventati più forti. Con ogni probabilità anche gli Sciiti dell’Arabia Saudita sono appoggiati e finanziati dall’Iran, rivale storico di Riyadh, che già controlla e manipola le minoranze sciite nella maggior parte dei paesi arabi della regione. 

 

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