UNRWA: che cosa è diventata?

02/04/2024

L’UNRWA è un’organizzazione delle Nazioni Unite, ma il 99% dei suoi 13.000 dipendenti a Gaza sono palestinesi, affiancati da un minuscolo numero di funzionari internazionali che di fatto danno copertura alla corruzione palestinese e all’estremismo islamico.

Dato che la maggior parte dei palestinesi a Gaza sostiene Hamas, è ovvio che ci siano molti sostenitori di Hamas fra i dipendenti dell’UNRWA. Secondo l’intelligence israeliana, almeno il 10% dei dipendenti sono attivisti di Hamas o della Jihad Islamica. Costoro hanno apertamente celebrato gli stupri e i massacri del 7 ottobre. Almeno 190 dipendenti dell’UNRWA sono definibili “militanti duri”, vale a dire combattenti armati e con precedenti terroristici.

L’UNRWA fornisce poco cibo o aiuti umanitari. La stragrande maggioranza del suo bilancio è destinata a scuole e ospedali, il che costituisce un’anomalia senza eguali. Nessun’altra organizzazione delle Nazioni Unite impiega il suo budget per coprire i costi sanitari e educativi di un’intera popolazione, sostituendosi al governo locale. L’UNRWA gestisce le istituzioni sanitarie ed educative e ne paga i conti in tutta la striscia di Gaza, togliendo al governo di Hamas l’onere di fornire educazione e sanità alla sua popolazione. Hamas può così dedicarsi alla costruzione di tunnel, bunker e fabbriche sotterranee di armi e missili.

Tramite le strutture educative e i rapporti diplomatici a livello globale l’UNRWA agisce come un ente politico che plasma e diffonde la visione vittimistica della storia palestinese, preserva e protrae all’infinito il “profughismo” dei Palestinesi e li indottrina alla guerra perpetua contro Israele. Da 75 anni l’UNRWA promuove a livello locale e internazionale la rappresentazione di Israele come “stato criminale” per il solo fatto di esistere e mantiene vivo il conflitto garantendo un fittizio status di “profugo” a un numero sempre crescente di palestinesi e rifiutando di reinsediare in modo permanente anche un solo discendente dei profughi originali.

 

Da quanto si è scoperto a Gaza dopo il sette ottobre non sembra che gli abitanti di Gaza fossero deboli e bisognosi. Le autorità di Hamas a Gaza erano in grado di intraprendere progetti grandi, sofisticati e costosi: dalla enorme rete di tunnel e bunker sotterranei che rivaleggia per dimensioni con la metropolitana di Londra, alla fabbricazione industriale di armi e munizioni costruite secondo ottimi standard ingegneristici, a unità di commando ben organizzate con capacità di intelligence di prim’ordine e ingegnose capacità di pianificazione degli attacchi. I Palestinesi di Gaza non soffrono a causa di mancanza di fondi, di istruzione scadente o carenza di manodopera qualificata. Le loro afflizioni sono auto-inflitte e derivano dalla gestione delle loro priorità. Da decenni danno priorità alla guerra anziché alla costruzione della loro società.

Non è in atto a Gaza una “crisi catastrofica” circa l’accesso a cibo e acqua. Centinaia di camion con merci e carburante entrano a Gaza ogni giorno nonostante la guerra, grazie a donazioni dei paesi arabi e occidentali. Hamas confisca gran parte di queste forniture a favore dei suoi combattenti e delle élite favorite.

Esistono agenzie d’aiuto molto più efficienti di Hamas, meno corrotte e meno scopertamente politicizzate, che potrebbero essere mobilitate per sostituire l’UNRWA, come USAID, UNICEF e il World Food Program.

È certo che in futuro non sarà più accettabile l’attuale divisione dei compiti: strutture e servizi dell’UNRWA in superficie, strutture e operazioni terroristiche di Hamas sotto e dentro le strutture dell’UNRWA. I finanziamenti internazionali dovranno essere amministrati direttamente da governi stranieri e da organizzazioni diverse, soggette a supervisione continua e rigorosa rendicontazione. Solo così potrà decollare la ricostruzione fisica, economica e morale di Gaza.

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