Quali ipotesi per la futura politica USA verso l’Europa?

03/03/2024

Molti analisti, anche di vasta dottrina e di notevole intelligenza politica, sostengono che una vittoria elettorale di Trump potrebbe portare a un compromesso fra USA e Russia, con cui gli USA lascerebbero mano libera alla Russia nell’Europa dell’est e sul Mar Nero, in cambio di sostegno contro la Cina, che è il più grande e il più pericoloso rivale futuro. Il Mediterraneo e i paesi che vi si affacciano, in primis l’Italia, costituirebbero una specie di condominio spartito fra USA, Russia e Lega araba. Io ritengo altamente improbabile tale ipotesi, perché contraria al principio basilare per ogni potenza egemone a livello globale: impedire la formazione di altre grandi potenze, anche se hanno intenzioni amichevoli. Le intenzioni possono cambiare nell’arco di poco tempo, la potenza economica tecnologica e militare si accumula attraverso i decenni o addirittura i secoli e rimane per lungo tempo, viene azzoppata soltanto da una sconfitta radicale in una grande guerra sul proprio territorio. Ogni impero ha sempre avuto come obbiettivo primario l’impedire lo sviluppo di altre grandi potenze, anche fra i paesi amici, perché in certe circostanze potrebbero diventare rapidamente nemici. Divide et impera.

Un’Europa che vedesse allineati gli interessi della Russia e quelli della Germania, come ha iniziato a verificarsi negli anni 2006-2018 (vedasi la mappa di Limes in testata, che rappresenta gli schieramenti pro o contro la Russia nel 2014) sarebbe una grande potenza economica e tecnologica, dotata anche di notevoli capacità militari. In quanto tale sarebbe pericolosa sia per gli USA, sia per il Medio Oriente e il Nordafrica. Un’alleanza fra Russia ed Europa centrale e/o occidentale può essere possibile in chiave tattica e per un tempo limitato, in occasione di qualche grande emergenza come la Guerra mondiale, ma non sarà mai un pilastro strategico né per gli USA né per altre grandi potenze.

Tutte le grandi potenze regionali e globali hanno interesse a tenere divisa la Russia (e i suoi residui stati clienti) dal resto d’Europa, anche la Cina. Per altro l’attuale dirigenza del Cremlino ha mostrato una visione miope, ha giocato male le sue carte: ha pensato di poter invadere l’Ucraina senza gravi reazioni da parte americana ed europea. Ora il riavvicinamento e la pacificazione non saranno possibili per almeno un decennio. L’Ucraina uscirà dalla guerra separata in due tronconi ed economicamente distrutta, la Russia ne uscirà impoverita e isolata dagli stati confinanti, che avranno tutti paura di una possibile invasione russa.

Con la guerra in Ucraina l’Unione Europea ha visto cadere l’irrealistica visione dei primi anni 2000, che pareva potesse realizzare senza colpo ferire il sogno millenario franco-tedesco (da Carlo Magno a Hitler) di dominare dal centro la politica e l’economia di tutta Europa, creando un asse strategico con i Russi per la spartizione dell’Est Europa.

A noi Italiani la rottura del possibile asse fra Germania e Russia giova, perché rimette il Mediterraneo al centro dell’interesse anche del mondo tedesco, che altrimenti abbandonerebbe volentieri il Mediterraneo ai Russi o ai Turchi o agli Arabi, in cambio di buoni rapporti economici e culturali. È già avvenuto nella storia medievale, portando l’Italia prima alla frammentazione in più stati, poi all’irrilevanza politica ed economica. L’apertura del Canale di Suez ha riportato l’interesse d’Europa sul Mediterraneo ed ha permesso a Italia e Grecia di costituire stati unitari e indipendenti, con l’aiuto di Inghilterra e /o Francia. Se la politica di sviluppo dell’asse russo tedesco promossa nei primi 15 anni di questo secolo (che ha causato il Brexit, spaventando gli Inglesi) fosse proseguita ed avesse avuto successo, persino l’unità d’Italia oggi potrebbe essere a rischio, non soltanto l’unità d’Europa. Eppure quanti filo-russi ci sono oggi in Italia?

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