Le nuove regole di bilancio dell’Unione europea

07/01/2024

Le nuove norme fiscali dell’UE, su cui è stato trovato l’accordo il 20 dicembre 2023 (Patto di Stabilità e Crescita) danno agli Stati membri maggiore flessibilità per ridurre i livelli di debito, ma potrebbero ridurre lo spazio fiscale per investimenti pubblici in settori strategici e militari.

Saranno necessari negoziati tra gli Stati membri e il Parlamento europeo prima dell’approvazione formale, prevista prima delle elezioni europee del giugno 2024. L’accordo finale avrà un regime di applicazione rigoroso. Gli Stati membri con un rapporto deficit/PIL superiore al 3% e un rapporto debito/PIL superiore al 60% potranno impostare i propri percorsi di aggiustamento fiscale in accordo con la Commissione, a patto che garantiscano che il loro debito pubblico diminuisca nell’arco di un periodo di quattro-sette anni. I paesi che non rispetteranno gli obiettivi cadranno in una procedura di disavanzo eccessivo, che rimporrebbe la riduzione forzata della spesa dello 0,5% del PIL (1% del Pil se il debito è molto alto, come è il caso dell’Italia), oppure pesanti sanzioni finanziarie.

La riforma ha lo scopo di ristabilire la disciplina fiscale in tutto il blocco, ma con un approccio più flessibile, dopo che due grandi crisi consecutive (pandemia e guerra in Ucraina) hanno costretto i paesi dell’UE ad aumentare drasticamente la spesa negli ultimi anni. Ma i programmi per affrontare la crisi climatica e i profondi cambiamenti geopolitici in corso nel globo richiederebbero livelli molto elevati di investimenti pubblici da parte degli Stati membri. Si è nuovamente aperto un dibattito tra i paesi più conservatori dal punto di vista fiscale, Germania in testa, e quelli con deficit fiscali elevati, Italia e Francia in testa.

Nonostante la maggiore flessibilità, la reintroduzione di parametri numerici rigorosi limiterà la capacità di spesa dei paesi più indebitati, anche per progetti in settori quali la sicurezza energetica, la decarbonizzazione, la difesa, la digitalizzazione, le catene di approvvigionamento, la produzione industriale verde e l’aggiornamento tecnologico.

Il ridotto spazio fiscale per gli investimenti pubblici in aree chiave potrebbe riaccendere le divisioni nord-sud nell’Unione europea e aumentare le richieste di una maggiore integrazione fiscale o di maggiori finanziamenti comuni. I fondi Next Generation EU scadranno nel 2026, il che significa che gli Stati membri del sud e dell’est europeo, che attualmente ricevono grandi quantità di fondi, torneranno ad avere poche risorse disponibili.

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