Le nazioni delle isole del Pacifico al centro dell’attenzione

06/06/2022

Cliccare sulla mappa per ingrandirla.

 

Il 30 maggio scorso la Cina non è riuscita a raggiungere un accordo con le Fiji e altre nove nazioni delle isole del Pacifico su un comunicato congiunto per la firma di un piano quinquennale di cooperazione commerciale e di sicurezza. Nonostante le assicurazioni del ministro degli Esteri Wang Yi sulla natura reciprocamente vantaggiosa dell’accordo, il primo ministro delle Figi e altri leader hanno spinto a ritardare o modificare l’accordo. Il 25 maggio il presidente degli Stati Federati di Micronesia (FSM) aveva esortato le nazioni delle isole del Pacifico a non firmare l’accordo per non sottoporre la regione alla competizione delle grandi potenze. Le isole Fiji sono invece entrate a far parte dell’Indo-Pacific Economic Framework promosso dagli USA.

 

Le Isole del Pacifico sono uno spazio strategico fondamentale per tutte le potenze che si affacciano sul Pacifico, in particolar modo per Cina, Australia e Giappone (vedasi mappa a lato). Quelle isole sono davvero nel loro ‘cortile di casa’.

La prima mossa l’ha fatta la Cina: a fine marzo ha firmato un accordo di sicurezza con le Isole Salomone che ha consentito alle navi della marina cinese di rifornirsi nel Paese e alla polizia cinese di schierarsi lì su richiesta del governo di Honiara, la capitale del Paese. L’accordo però ha fatto seguito alle proteste del novembre 2021 nelle Isole Salomone, che hanno preso di mira la Chinatown sull’isola di Malaita. Allora il governo aveva richiesto l’intervento della polizia australiana per sedare le proteste.

Oltre all’accordo con le Isole Salomone, Pechino ha firmato accordi di ampio respiro con i dieci paesi delle isole del Pacifico che hanno relazioni diplomatiche con la Cina, fra cui i memorandum d’intesa relativi alla Belt and Road Initiative, incentrati su commercio, investimenti e sviluppo di infrastrutture. Questi paesi sperano anche di accedere all’enorme mercato turistico cinese, sviluppare congiuntamente risorse minerarie e controbilanciare le relazioni con l’Australia e gli Stati Uniti.

Gli Stati Uniti interagiscono nella regione soprattutto attraverso i rapporti con la Micronesia, vale a dire i Freely Associated States (FAS) di Palau, le Isole Marshall e il FSM, che forniscono a Washington accesso navale esclusivo in cambio di aiuti e del diritto dei loro cittadini a vivere e lavorare negli Stati Uniti. Il presidente Biden ha nominato un nuovo capo negoziatore nel marzo 2022 per rinnovare i Compacts of Free Association con le Isole Marshall e FSM che scadranno nel 2023.

Le relazioni dell’Australia con le Isole del Pacifico sono fortemente incentrate sugli investimenti. Ma i legami più stretti di Canberra sono concentrati in Melanesia, sotto forma di accordi con le Fiji, Vanuatu, le Isole Salomone e la Papua Nuova Guinea, che danno accesso marittimo alla marina australiana in cambio del diritto dei loro cittadini a vivere a lavorare in Australia. A settembre l’Australia ha firmato l’AUKUS con UK e USA, che garantisce a Canberra l’accesso a lungo termine ai sottomarini nucleari, con cui rafforzare l’azione di deterrenza e sorveglianza marittima nell’Indo-Pacifico.

Sebbene la maggior parte delle nazioni delle isole del Pacifico abbiano popolazioni ed economie minuscole, questa nuova attenzione da parte di Pechino, Canberra e Washington dà loro una forte posizione contrattuale per ottenere agevolazioni e aiuti di ogni genere.

 

Le Isole del Pacifico sono uno spazio strategico fondamentale per tutte le potenze che si affacciano sul Pacifico, in particolar modo per Cina, Australia e Giappone

Lascia un commento

Vuoi partecipare attivamente alla crescita del sito commentando gli articoli e interagendo con gli utenti e con gli autori?
Non devi fare altro che accedere e lasciare il tuo segno.
Ti aspettiamo!

Accedi

Non sei ancora registrato?

Registrati

I vostri commenti

Per questo articolo non sono presenti commenti.