Che farà Trump?

12/11/2016

Durante la campagna elettorale di otto anni fa Obama disse che avrebbe posto fine alle guerre in Medio Oriente, avrebbe chiuso Guantanamo, ampliato le alleanze e aperto il dialogo col mondo islamico. Nulla di tutto ciò è stato realizzato in otto anni, non perché le promesse elettorali fossero false e Obama non abbia provato a cambiare la politica degli USA, ma perché la realtà geopolitica non cambia a parole, o con un diverso atteggiamento nel negoziare, o con provvedimenti che incidono sulla realtà per qualche settimana o qualche mese, ma non si riescono a sostenere nel tempo. L’evento che più ha cambiato la realtà geopolitica in Medio Oriente negli ultimi otto anni è l’autonomia energetica raggiunta dagli USA, grazie all’intensa estrazione di petrolio e gas in Canada, in Alaska e in alcuni stati nordamericani. Ma questo cambiamento fondamentale non è frutto delle scelte politiche di Obama.

Nonostante le paginate di articoli che presumono di prevedere che cosa farà Trump e che conseguenze ne deriveranno, la sostanza della politica di Trump sarà definita dalle possibilità e dai limiti geopolitici, demografici ed economici, perciò non cambierà molto. Cambierà l’intonazione data ai rapporti con alcuni paesi, alcuni accordi commerciali verranno modificati lievemente, ritardati o anticipati, e nei momenti di possibile crisi acuta si sentirà tuonare una voce più grossa, ma sostanzialmente il mondo con Trump presidente degli USA sarà ben poco diverso dal mondo con Trump privato cittadino. I leader che spingono la politica – e la propria popolazione − oltre i limiti dell’accettabile e del possibile nella realtà data portano i loro popoli − e purtroppo anche i popoli circostanti − alla catastrofe, come fece Hitler. Ma Trump non è Hitler e gli USA di oggi non sono la Germania degli anni ’30.

Dunque non ci affanniamo a chiederci che cosa cambierà. Potrebbero cambiare i rapporti con la Russia, ma soltanto se lo vorranno anche la Russia, la Germania e i paesi dell’Est Europa, inclusa l’Ucraina. Potrebbe venir affermato il pieno diritto di Israele a Gerusalemme, ma soltanto se Trump sarà pronto a sfidare l’Iran, e sarà forse pronto a sfidare l’Iran soltanto se Turchia, Iraq e Siria saranno sotto governi amici e fedeli… ‘Campa cavallo, che l’erba cresce’ si diceva un tempo.

 

 

 

 

 

 

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