La (possibile) evoluzione della guerra in Siria

01/08/2016

Internet pullula di indiscrezioni più o meno campate per aria sulle trattative segrete fra le potenze regionali per porre fine alla guerra in Siria. Secondo le indiscrezioni più frequenti la Russia sarebbe d’accordo a dare alla Turchia la parte di territorio siriano lungo il confine, abitato da sunniti. Anche il Qatar sarebbe d'accordo, e a tal fine starebbe facendo pressione su al Nusra perché accetti l’annessione alla Turchia. Al Nusra è affiliata ad al Qaeda, il che la rende assolutamente inaccettabile per gli USA e la NATO, perciò il Qatar, che è il grande finanziatore e sponsor di al Nusra, starebbe cercando di convincere il gruppo ad abbandonare al Qaeda.

La Russia accetterebbe la repressione dei Curdi, che sono alleati dell’Occidente ma non dei Russi. Si starebbe cioè formando un asse Russia-Turchia-Qatar a scapito dei Curdi e con nessuna soddisfazione dei Sauditi. Assad accetterebbe di perdere parte del territorio sunnita in cambio del mantenimento di tutto il territorio a maggioranza alauita e cristiano.

Ma l’apporto decisivo dovrebbe essere quello degli ex generali di Saddam Hussein, che formano il nerbo dell’ISIS in Iraq, i quali accetterebbero di abbandonare l’ISIS se venisse loro garantito l’accesso al Mediterraneo per il petrolio della zona sunnita di Iraq e Siria tramite la Turchia. In questo modo sarebbero soddisfatti Turchia, Russia, Qatar e i sunniti di Iraq e Siria. Sarebbero perdenti i Curdi, gli Americani e l’Iraq che potrebbe perdere una parte di territorio sunnita.

L’ISIS perderebbe il grosso dei suoi sostenitori, gli altri verrebbero abbandonati alla sconfitta sul campo. Anche i ribelli siriani ‘democratici’ addestrati e sostenuti da Americani e Sauditi verrebbero abbandonati alla sconfitta.

Si tratta di ipotesi non suffragate da elementi sufficientemente attendibili, ma che non appaiono del tutto inverosimili. Tuttavia il percorso per il raggiungimento di accordi sarà ancora lungo e irto di difficoltà e di possibili inversioni di alleanze fra i tanti interessi in gioco.

 

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