La Turchia sempre più debole

17/07/2016

Il fallimento del colpo di stato militare in Turchia del 15 luglio 2016 pare rafforzare il potere di Erdogan, ma la Turchia nel suo insieme è sempre più debole: le divisioni, i sospetti e le epurazioni degraderanno la capacità di azione dell’esercito per anni. Noi che contiamo sull’esercito turco per contenere il flusso dei migranti verso l’Europa possiamo aspettarci un peggioramento della situazione, perché anche la sorveglianza delle coste da parte dell’esercito perderà efficienza. L’azione dell’esercito turco lungo i confini con la Siria e l’Iraq, su cui contano le forze anti-ISIS, diverrà meno efficace.

La Turchia oggi è a rischio di guerra civile non soltanto fra Curdi e Turchi, ma anche fra Turchi pro-Erdogan e anti-Erdogan; ha al suo interno circa 3,5 milioni di profughi; ha ai confini la guerra civile siriana e il tentativo dei Curdi di controllare una striscia continua di territorio dall’Iran alle rive del Mediterraneo mentre l’ISIS, ormai in ritirata, ancora infiltra i confini e compie attacchi terroristici, come quello del 28 giugno scorso all’aeroporto di Istanbul. Sul piano internazionale la Turchia, che ha condotto politiche equilibriste al limite del doppio gioco, anche nei confronti dell’ISIS, ha rapporti di scarsa fiducia o di aperta sfiducia con quasi tutti i vicini, oltre che con la Russia. Ha ancora l’esercito di gran lunga più forte e meglio equipaggiato della regione, sulla carta uno dei più forti del mondo: ma è proprio questo punto di forza che sta venendo meno, come dimostra il fallito golpe.

Se la Turchia dovesse cadere in preda alla guerra civile lo scenario del Medio Oriente e di tutto il bacino del Mediterraneo peggiorerebbe molto e ci minaccerebbe direttamente. I gruppi armati jihadisti dalla Siria e dall’Iraq potrebbero approfittarne per raggiungere il Caucaso e la Bosnia. La Turchia è, nel bene e nel male, il baluardo d’Europa, così come lo fu Bisanzio per mille anni. È probabile che di fronte a questo scenario sia la Russia sia gli USA (e anche noi Europei, se avessimo una politica estera e un governo europeo…) cercheranno di sostenere Erdogan per evitare la caduta della Turchia nel caos. 

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