Congo: lo sviluppo del settore petrolifero
e il rischio di nuovi conflitti

02/01/2015

La repubblica democratica del Congo attualmente produce solamente 40.000 barili di petrolio al giorno, estratto lungo la costa occidentale. Ma la regione dei Grandi Laghi – attorno al Lago Alberto – pare avere giacimenti molto vasti. 

Al momento due aziende stanno effettuando sondaggi nella regione dei grandi laghi:

-          la francese Total, che sta conducendo operazioni nel Blocco 3 indicato sulla mappa a lato;

-          la Oil of DRCongo, di proprietà di uomo d’affari israeliano, Dan Gertler, che sta esplorando i blocchi 1 e 2 – dove secondo Gertler ci sarebbero circa 3 miliardi di barili.

 

L’Uganda, che nella sua parte di territorio nella regione dei laghi ha già scoperto giacimenti per tre milioni di barili, ha in progetto un oleodotto, utilizzabile anche per esportare il petrolio dell’Uganda.

I giacimenti si trovano però in una parte del Congo estremamente instabile, dove per anni si sono scontrate varie milizie – come le Forze Alleate Democratiche, il Fronte di Resistenza Patriottica nell’Ituri e il Fronte Nazionalista e Integrazionista. Fra il 1990 e il 2000 il distretto Ituri è stato teatro di uno dei peggiori conflitti africani e di una drammatica crisi umanitaria. E l’intervento armato da parte dei paesi limitrofi, che badavano più al proprio tornaconto che al benessere del Congo, ha spesso peggiorato la situazione portando alla nascita di nuove milizie e creando maggiore instabilità. Dopo un periodo di relativa calma nel 2012, le violenze sono ricominciate e nemmeno la presenza di un contingente di peacekeeping è sufficiente a tenere la situazione sotto controllo.

In passato le milizie si finanziavano contrabbandando oro e altri minerali presenti in gran quantità nel paese, anche grazie alla connivenza dell’establishment militare dei paesi vicini. Il petrolio non si può contrabbandare facilmente, ma la costruzione di nuove infrastrutture potrebbe spingere i guerriglieri a intensificare gli attacchi per ottenere maggiori concessioni.

I politici al governo in Congo impiegano le risorse minerarie per crearsi una rete di clienti, concedendo licenze o redistribuendo gli utili ad amici e sodali. Si dice che grazie ai contributi della Oil of DRCongo il presidente Kabila abbia potuto comprarsi i voti necessari per rimanere al potere. Pare che tutti abbiano interesse a proseguire nello sviluppo dei giacimenti, che però potrebbe alimentare nuovi conflitti nella parte orientale del paese. 

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